#amegliaitalia

Sabato 18 luglio ho partecipato, ad Ameglia, al convegno “Con la voglia di fare… l’Italia”, promosso da Alessandro Cattaneo per parlare del centrodestra e del suo futuro. Ecco il testo del mio intervento:

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Ringrazio Alessandro per l’opportunità, non consueta, che ci viene data per confrontarci e stabilire un comune terreno di lavoro. Tutti noi abbiamo voglia di fare l’Italia!

E’ per questo che siamo qui oggi, per cercare un senso alla nostra passione politica, per dare un contributo al futuro del nostro Paese. Un Paese messo in grave difficoltà da tre governi non eletti e da oligarchie che ne rubano la sovranità eseguendo i diktat della Germania della Merkel. Questo è del tutto evidente dopo quello che è successo all’ultimo governo Berlusconi e alle vicende certamente poco edificanti che ne sono seguite. Dobbiamo dire basta a tutto questo, ma per farlo dobbiamo essere in grado di costruire un progetto di Italia credibile.

E in questo momento Forza Italia non è in grado di farlo. Possiamo riportare gli italiani a votare se non siamo in grado di proporre soluzioni ai loro problemi? O se una certa classe dirigente si guarda l’ombelico e non è in grado di dare risposte ai bisogni di quei tantissimi italiani (penso alle partite iva, agli artigiani e ai piccoli imprenditori), che oggi non si sentono rappresentati, e si trovano costretti ad un voto di sola protesta? Io dico di no.

In tanti, troppi, hanno considerato Forza Italia non un partito nel quale confrontarsi e lavorare per gli italiani, ma come un autobus su cui salire e su cui trovare una comoda e ben remunerata poltrona. Salvo scendere per proseguire il cammino su mezzi più sicuri. La storia dice che chi se ne è andato ha dimostrato tutta la sua pochezza. Ma ci sono anche coloro che sono rimasti, mantenendo la poltrona conquistata, lavorando solo per il proprio personale futuro e ostacolando, annientando in qualche caso, tutto ciò che di spontaneo e carico di passione nasceva nei territori. Questo ha dato ai nostri elettori l’immagine di un partito staccato dalla realtà, intento solo a discutere di beghe interne e poco propenso ad essere portavoce di quella larga fetta di italiani che aveva visto nel grande partito popolare, creato da Berlusconi, la prospettiva di un futuro migliore per tutti. E così, passo dopo passo, è stato distrutto quel bagaglio di idee e progetti che il nostro Presidente aveva messo a disposizione del nostro Paese.

20150718_145901_resizedE’ ora di dire basta, dobbiamo guardare al futuro. Basta pensare che arriva Silvio e mette a posto tutto. E’ ora di dare un futuro concreto alla nostra voglia di cambiare questo paese. Che o cambia o muore. Come? Ripartendo dalla coerenza di chi ha lavorato e lavora ogni giorno sul territorio, perchè ha degli ideali e vuole mantenere impegni presi ad ogni livello con gli elettori. E dalla credibilità di chi sa quali sono i problemi delle persone e di chi si impegna per cercare di risolverli. Serve partire dal basso. Si deve fare tesoro chi ogni giorno sul territorio non ha paura di essere contro corrente per dare voce alle necessità delle persone, impegnandosi per dare una risposta vera e concreta. In alcune regioni – e vi parlo ora della mia esperienza di consigliere comunale in un paese dell’Emilia Romagna – è molto difficile. Bisogna scontrarsi quotidianamente con un muro di pregiudizi verso chi non è di sinistra. E con una sinistra che boccia qualsiasi idea di buon senso venga da noi. Esempi? Nel mio comune ho proposto di istituire voucher lavoro per i disoccupati e di esentare dalla Tari per tre anni le nuove aziende. In risposta ho ricevuto un secco no.

Le recenti elezioni regionali ci hanno proposto due modelli: quello di un centrodestra che vince e convince e quello di un centrodestra spaccato o appiattito su posizioni estreme che parlano alla pancia della gente, ma non risolvano i problemi dei cittadini e delle nostre imprese. La Liguria è l’esempio di un progetto serio, credibile e convincente. Un progetto fatto prima di tutto di idee e proposte per la gente e per il territorio. Attorno si sono riuniti partiti e movimenti guidati da un candidato moderato. Un modello per il centro destra che vuole vincere. E naturalmente credo che Giovanni Toti sia consapevole che oggi tutti noi guardiamo alla sua esperienza con grande speranza.

La mia è, però, un’esperienza diversa. Quella dell’Emilia Romagna, regione da sempre rossa. Confido che con la nostra tenacia, la nostra passione, la convinzione di essere dalla parte giusta e con il vostro aiuto di riuscire un giorno a creare quella alternanza che solo in Emilia Romagna, non c’è mai stata. Salvo alcune esperienze locali, come Parma, Piacenza e Bologna , messe a dura prova o dalla magistratura o da un sistema di potere chiuso su sé stesso.

20150718_183725_resizedLe ultime elezioni regionali in Emilia Romagna sono andate malissimo ma i dirigenti di partito non se ne sono resi conto. Spero lo facciano in fretta perchè tante sono le scadenze alle porte. Confortata dalla presenza di tanti amici, tanti amministratori locali, o da chi come Deborah Bergamini o come Alessandro Cattaneo non mi hanno mai fatto mancare sostegno e amicizia, io proseguo la mia battaglia. Sono loro che mi danno la forza di continuare un lavoro capillare, che mi fa stare vicino ai miei concittadini per ascoltare i problemi. Contino consapevole che questa passione, in una realtà difficile come quella in cui vivo, può essere in alcune occasioni anche molto pericolosa per chi come me gestisce un’impresa e non vive di politica .

Faccio mia un’affermazione fatta dal neo presidente della regione Liguria Giovanni Toti che credo debba essere per noi un punto di riferimento. “E’ un piccolissimo passo ma anche il più lungo dei cammini comincia con piccolo passo”.

Io vi ringrazio per aver avuto la pazienza di ascoltarmi, spero ci siano altre occasioni come questa che ci danno, a me personalmente molta, la carica di andare avanti perchè abbiamo voglia di fare l’Italia e so che insieme ce la potremo fare!

Modernizzare l’Italia incontra Francesca Gambarini

Qualche giorno fa sono stata intervista da Modernizzare l’Italia. Ecco il testo dell’intervista.

Sul territorio lei è molto presente sia con impegno associativo e anche nel partito, come vivi il commissariamento provinciale di Fi?
Il “commissariamento” di Forza Italia in provincia di Parma risponde alle logiche di quella vecchia politica della quale il nostro elettorato e i nostri militanti non vogliono più sentire parlare. Il coordinatore regionale ha nominato coordinatore provinciale per Parma, un piacentino che, guarda caso, è il suo vice. Una persona che non conosce il nostro territorio ma che è a lui molto vicino. Non servono altri commenti. Per quanto mi riguarda, continuo il mio impegno in Consiglio comunale a Fidenza, dove i cittadini mi hanno eletto. L’ascolto dei cittadini e dei loro problemi è la mia stella polare.

Parma e il suo territorio hanno avuto delle esperienze di centro destra; oggi da quale programmi e idee ripartire per rappresentare alternativa al partito regione e a Pizzarotti in qualità di sindaco pentastellato a Parma?
Il centrodestra deve essere in grado di proporre un’alternativa seria e credibile al centrosinistra. Dobbiamo presentare un progetto amministrativo concreto con idee chiare e realizzabili e dimostrare di essere in grado di farlo. Parma, con l’amministrazione a 5 stelle di Pizzarotti, sta vivendo un declino inesorabile. Per risollevarla, la prima cosa da fare sarebbe abbassare le tasse portate al massimo dai grillini e far ritornare i servizi a un livello dignitoso. Parma deve riprendere il suo ruolo in Regione per tornare ad essere punto di riferimento per l’Emilia occidentale così come è stata per diversi anni.

Il territorio di Parma è stato colpito dalla crisi degli ultimi anni, quali provvedimenti in primis per rilanciare un territorio dinamico come il vostro? Inoltre in un sistema regionale dominato dalle coop il vostro territorio ha pagato caro il fallimento della coop. Di Vittorio, quali le cause e quali le possibili soluzioni?
Il nostro territorio si deve liberare dal sistema pervasivo strettamente legato al Pci – Pds – Ds – Pd che lo ha soggiogato per anni, con appalti (sia lavori pubblici, sia servizi) affidati sempre ai soliti noti. Invece, si dovrebbe iniziare a guardare alle capacità e al merito quando si danno finanziamenti. Nell’immediato, si dovrebbe attuare una politica di sgravi fiscali alle imprese del territorio che vogliono investire e assumere. Il fallimento della Di Vittorio, che ha sede proprio a Fidenza, la mia città, è la dimostrazione che le cooperative devono fare le cooperative e non investire i soldi in attività che esulano dalla loro mission. Ora l’importante è che si individuino i responsabili del fallimento e che non si facciano ricadere i debiti della coop sui cittadini

Una nuova forza di centro-destra deve necessariamente rilanciarsi partendo da una nuova selezione della classe dirigente. Lei è a favore delle primarie? Aperte o chiuse?
Io sono a favore della capacità, della competenza e del merito. Sono questi i criteri su cui basarsi, pescando ad esempio fra gli amministratori locali. Le primarie, come anche i congressi, non sono la soluzione di tutti i mali ma se servono a ridare la parola ai cittadini possono essere utili. Il rischio è che le vinca non chi ha più capacità ma chi promette di più o chi può “comprare più tessere”. Nel caso, penso debba essere data a tutti la possibilità di partecipare con un sistema trasparente che eviti lo spettacolo poco dignitoso dato dal Pd alle recenti primarie.

Da amministratore che consiglio darebbe ad un movimento/partito per riavvicinare i cittadini alla politica?
Bisogna tornare ad ascoltare i cittadini. Basta parlare di correnti e di poltrone, parliamo di tasse, lavoro e sicurezza. Senza fare questo non si va da nessuna parte e non si cambierà mai questo Paese.

Taglio della spesa, abbattimento della pressione fiscale e sburorarizzazione temi chiave di un processo di modernizzazione del paese? Cosa ne pensa? Ha portato avanti iniziative locali in tal senso?
I tre temi che indicate sono sicuramente 3 temi chiave, di cui io parlo da sempre. A livello locale, abbiamo cercato di portare proposte di buon senso in Consiglio comunale. Ad esempio, proponendo l’esenzione dalla Tari per le nuove imprese. La maggioranza del Pd, purtroppo, boccia a prescindere qualsiasi proposta venga dall’opposizione.

“Chi paga il nuovo Solari?”

15 luglio 2015. E’ il giorno in cui, secondo l’ultimo cronoprogramma approvato dal Consiglio comunale, il nuovo Solari dovrebbe essere stato consegnato alla città. Direi che l’edificio è ben lontano dall’essere finito. Fidenza, quindi, ancora non ha quella scuola di cui si parla da ormai 15 anni, Quella scuola nuova che, se si fosse presa in considerazione la nostra proposta di costruire il nuovo Solari vicino all’Itis, sarebbe già in funzione da tempo. Già alcuni mesi fa ero intervenuta sul tema, chiedendo chiarimenti sui finanziamenti previsti per costruire il nuovo edificio. Visto che, a parte essere presa in giro e sbeffeggiata dal sindaco, non ho ricevuto risposta, sono costretta a ritornare sull’argomento. Chi paga la scuola? Il piano finanziario per la realizzazione della scuola prevedeva finanziamenti da parte della Provincia e della Fondazione Cariparma. Queste risorse ci sono o no? E i finanziamenti da parte dei privati? Chi può confermare che società in difficoltà come quelle che dovrebbero cofinanziare la costruzione della scuola abbiano a disposizione il denaro necessario? L’amministrazione comunale dovrebbe dirlo chiaramente: i soldi ci sono e dove sono o dovranno pagare i fidentini? Ricordo anche che il Programma di riqualificazione urbana in cui è inserito il nuovo Solari prevede anche la realizzazione di un centro commerciale nell’area del Foro boario. Invito il sindaco a rivedere questa scelta che danneggerebbe il commercio del centro di Fidenza, già in seria difficoltà.

 

Francesca Gambarini

Capogruppo Forza Italia Fidenza

“Il dirigente amministrativo di Asp? Spreco di risorse”

L’Asp Distretto di Fidenza assume un nuovo dirigente amministrativo, che si occuperà dell’area finanziaria dell’azienda. Il tutto al costo totale di 77 mila euro. Ce n’era bisogno? Penso proprio di no. In passato, ho sempre sostenuto che la precedente direttrice generale costasse troppo, ma ora si fa peggio di prima e, oltre al direttore generale, si assume anche un dirigente amministrativo. Il risultato è che si spenderà di più. Perché? La direttrice generale da sola non basta? Senza voler entrare nel merito delle decisioni prese dai soci, dopo l’accreditamento Asp avrà da gestire solo 4 case protette dato che le altre sono state affidate al privato. La scelta più giusta da fare sarebbe stata la riduzione dei costi e degli sprechi, recuperando risorse da investire, magari, sui servizi sociali. Infatti, non dobbiamo dimenticare che Asp non si occupa solo dei servizi per anziani ma anche dei servizi sociali per adulti, disabili e minori. Settori che hanno bisogno di risorse. Invece, ci troviamo di fronte ad una scelta senza senso che avrà il solo effetto di aumentare i costi di gestione, togliendo risorse ai servizi, che tanto ne avrebbero bisogno. Se il nuovo corso di Asp (annunciato a destra e a manca dal sindaco di Fidenza e presidente dell’assemblea dei soci Asp Massari) è questo, direi che i cittadini hanno di che preoccuparsi.

Francesca Gambarini

Capogruppo Forza Italia Fidenza

Centro accoglienza a Parma, Gambarini (FI): “Persa occasione per ascoltare i cittadini”

PARMA, 10 luglio – “Ottocento firme raccolte e cinquecento persone alla fiaccolata per dire no alla trasformazione dell’ex scuola di Castelnuovo in un centro di accoglienza per profughi. Ma al prefetto di Parma non interessa e tira dritto, confermando la decisione trasformare la struttura in un centro di accoglienza”. Lo scrive in una nota Francesca Gambarini, capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Fidenza (Pr). “Il prefetto, che rappresenta il Governo, ha perso un’occasione per ascoltare i cittadini e cercare insieme a loro una soluzione. La richiesta dei cittadini di Baganzola è sacrosanta: si oppongono a una decisione calata dall’alto, nessuno si è confrontato con loro. Nessuno ha detto loro quante persone arriveranno e per quanto tempo rimarranno. Il rischio è quello di creare un ghetto, isolato da tutto, con i tutti i pericoli del caso. Il prefetto, quindi, ci ripensi. Da parte sua il Comune e il Movimento 5 Stelle, che lo amministra, non scarichino come al solito le colpe sugli altri e cerchino una soluzione. Perché dall’amministrazione comunale non arriva nessuna proposta alternativa?”.

“Quanto verrà a costare la centrale di cogenerazione?”

L’articolo di Annarita Cacciamani pubblicato dalla Gazzetta di Parma

“Quanto sarà costata ai fidentini la centrale di cogenerazione del quartiere Europa una volta finita?”. A riportare la centrale del quartiere Europa al centro del dibattito politico cittadino è il gruppo consiliare di Forza Italia, che presenterà un’interrogazione per chiedere conto dei costi dell’opera e delle spese che si prevedono per il suo funzionamento. Ad annunciarlo è la capogruppo Francesca Gambarini. “Il quartiere Europa, insieme alle torri della stazione, è l’emblema della megalomania delle passate amministrazioni di centrosinistra, di cui faceva parte l’attuale sindaco Andrea Massari. E’ un quartiere spacciato come all’avanguardia ma che in realtà è un quartiere incompleto e privo di servizi – spiega – . Ora, stando a quanto pubblicato sul sito del Comune diversi mesi fa, “sono in dirittura d’arrivo i lavori per la realizzazione della centrale di cogenerazione a ciclo geotermico del quartiere Europa”. Sempre, secondo il Comune, si tratta dell’”atteso completamento di un progetto residenziale che fa del nuovo quartiere un fiore all’occhiello in termini di risparmio energetico, sostenibilità ambientale e qualità della vita””. “Dando per assodato che un quartiere senza servizi non può essere un fiore all’occhiello per qualità della vita, penso sia giusto far sapere ai fidentini quanti dei loro soldi sono serviti per questa centrale” prosegue la Gambarini, che, infine, preannuncia le richieste che verranno sottoposte alla giunta: “Qual è il costo totale dell’opera finita? Quale sarà la spesa annua per il suo funzionamento? Di chi è il terreno su cui è stata costruita? Il Comune ne è già proprietario?”

ControCorrente incontra Mario Giordano

“I pescecani? Sono gli affaristi che fanno soldi mentre l’Italia affonda. Noi ‘fessi’ non dobbiamo rassegnarci e dobbiamo combatterli. La nostra arma è l’onestà”. Lo ha detto Mario Giordano, direttore del TG4, che ieri ha presentato il suo ultimo libro “Pescecani” al TPalazzo (strada al Duomo, 7, Parma).
L’incontro, molto partecipato dal pubblico, è stato organizzato dall’associazione culturale ControCorrente.
Introdotto da Alice Brambilla e Antonella Amore – entrambe socie dell’associazione – , Mario Giordano ha raccontato le storie dei “pescecani” di cui parla nel suo libro, che attraversano tutti i settori della nostra società. “La politica ha perso il contatto coi cittadini e i vitalizi sono il simbolo di una politica che non si è fermata davanti a nulla – ha spiegato Giordano – . Questo è un male: è per questo che comandano i pescecani. Il più grande esempio è Mafia capitale. La giunta può essere di centrodestra o di centrosinistra ma gli affaristi continuano a fare soldi sui nostri problemi”. Il direttore del TG4 ha, quindi, fatto alcuni esempi di pescecani.
Ad esempio il manager che si aumenta lo stipendio, mentre licenzia gli operai. Infine, ha invitato i cittadini onesti – “i fessi – a non rassegnarsi. “Da una parte abbiamo mafia capitale, dall’altra i suicidi causati dalla crisi. E’ questo che deve farci indignare e farci volere una giustizia giusta. Se ci rassegniamo, pensando che è il mondo che va così, facciamo vincere i pescecani”. Prima di lasciare spazio alle tante domande del pubblico, è intervenuta Francesca Gambarini, presidente di ControCorrente, che ha evidenziato “le difficoltà incontrate da chi non si rassegna e vuole denunciare ciò che non va”.

Mozione: concessione di un visto umanitario ai profughi

Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
A tutti i consiglieri comunali

Mozione : Per i profughi permesso umanitario temporaneo di libera circolazione in Europa, no all’accoglienza in strutture pubbliche, creazione di un fondo per i rimpatri

PREMESSO CHE
– L’afflusso di immigrati nel nostro Paese è senza precedenti e che la condizione incessante di emergenza dimostra una totale incapacità di gestione politica del fenomeno;

CONSIDERATO CHE
– Il Ministero dell’Interno, in accordo con le Prefetture, ha programmato per la Regione Emilia Romagna il trasferimento di migliaia di immigrati, molti dei quali senza alcun diritto d’asilo;
– La diplomazia internazionale e l’Unione Europea hanno il dovere di individuare ed applicare soluzioni e metodi di corresponsabilità;

TENUTO CONTO CHE
– Per coloro che ormai sono già stati accompagnati in Italia la legge nazionale impone l’accoglienza ma, così come è ora strutturata crea una situazione non sostenibile perché i tempi burocratici di accertamento e di riconoscimento sono troppo lunghi;
– Lo sforzo economico richiesto è incompatibile con la congiuntura economica e con le situazioni di disagio che molti cittadini italiani stanno vivendo;

IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

A trasmettere alla Regione Emilia Romagna le seguenti richieste :
– Concessione ai profughi di un permesso umanitario per la libera circolazione in Europa, così che tutti gli Stati membri (e non solo l’Italia) debbano farsi carico dell’emergenza. Per il rilascio del documento non serve l’assenso dell’Unione europea; può essere concesso unilateralmente dal Governo italiano;

– Visto l’azzeramento del fondo rimpatri deciso dall’attuale Governo, si chiede predisposizione di adeguato fondo risorse europeo/statale;
– Diniego di impiego di strutture di enti comunali, provinciali o regionali per l’accoglienza. Riqualificarle invece per altri scopi inerenti le nostre comunità, in quanto la “questione profughi” va affrontata in modo coordinato e centralizzato a livello nazionale con l’impiego di strutture statali, che però non devono generare degrado e insicurezza nelle strutture che le ospitano
– Attivazione di lavori socialmente utili gratuiti per i profughi, in convenzione con i Comuni

Fidenza, 1 luglio 2015

Il gruppo consiliare di Forza Italia

Gambarini (FI): “Latte in polvere per produrre formaggi? Un danno per i nostri produttori”

PARMA, 1 luglio – “E’ di qualche giorno fa la notizia che l’Unione Europea ha inviato una diffida all’Italia, chiedendo di eliminare il divieto di produrre formaggi utilizzando il latte in polvere. A quanto pare, l’Europa dei burocrati non ha il tempo di affrontare l’emergenza profughi, ma ha il tempo di andare a scartabellare fra le nostre leggi per cercarne qualcuna che non piace troppo. Forse perché dà fastidio alle lobby. L’Italia, con una legge del 1974, ha vietato l’utilizzo di latte in polvere per produrre formaggi con lo scopo di tutelare i nostri prodotti di eccellenza che non hanno uguali nel mondo. La possibilità di utilizzare latte in polvere spalancherebbe le porte all’immissione sul mercato di prodotti di bassa qualità e a basso costo che farebbero concorrenza sleale a quelli preparati a regola d’arte dai nostri produttori. Fra i primi ad essere danneggiati ci sarebbero ad esempio, i produttori parmensi di latte e di parmigiano reggiano. Il Governo, almeno in questa occasione, faccia sentire la sua voce e tuteli il Made in Italy”. Così Francesca Gambarini, capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Fidenza, commenta la diffida inviata dall’UE all’Italia sull’utilizzo di latte in polvere nella produzione di formaggio.

Gambarini: “Terre Verdiane, grande sconfitta per il Pd”

Venerdì scorso Fidenza ha, finalmente, deliberato l’uscita dall’Unione Terre Verdiane. Sabato mattina ho convocato una conferenza stampa per spiegare la posizione di Forza Italia sulla questione. Pubblico l’articolo (di Annarita Cacciamani) pubblicato dalla Gazzetta di Parma.

L’uscita di Fidenza dall’Unione Terre Verdiane? «Una grande sconfitta per il Partito democratico». All’indomani dell’approvazione del recesso di Fidenza dall’Utv – grazie al voto favorevole del Pd e di Forza Italia – , Francesca Gambarini (capogruppo FI) torna sull’argomento con una conferenza stampa davanti alla sede dell’Unione. «Il recesso da Unione Terre Verdiane è sempre stato una delle battaglie portate avanti da Forza Italia. Rappresenta, invece, una grande sconfitta per il Pd, che ha voluto e creato questo ente, gestendolo nel peggior modo possibile – afferma – . Con coerenza e senza rimangiarci quanto detto in questi anni, abbiamo, quindi, votato a favore del recesso». La Gambarini è, comunque, molto critica verso il modo in cui si è arrivati al recesso. «Si è arrivati a questa decisione in maniera schizofrenica. Il Pd non sa cosa vuole: prima hanno fatto di tutto per arrivare alla nomina di Massari a presidente dell’ente per poi rendersi conto che l’ente non funziona – prosegue – . Un esempio: nella delibera si legge che l’Unione è composta da comuni con caratteristiche troppo diverse fra loro. Bene, questo noi lo diciamo da quando questo ente è nato. Ora, vigileremo sulle prossime decisioni che verranno prese e chiediamo a chi lo gestirà di tutelare i dipendenti». Per la Gambarini il bilancio dell’Unione è fallimentare: «In questi anni l’Unione è stata solo uno spreco di soldi pubblici e un baraccone utile a distribuire poltrone. Ora vogliamo che Fidenza torni ad avere i suoi vigili sul territorio in un momento in cui la sicurezza è sempre meno». «Chiedo al sindaco di coinvolgere anche le opposizioni nelle scelte future, dato che fino ad ora è stato tutto deciso dai sindaci chiusi nel palazzo».

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