Fidenza, Gambarini (FI): “Bene class action soci Di Vittorio”

I soci truffati della coop Di Vittorio che hanno deciso di avviare una class action hanno il mio pieno sostegno. Si tratta, infatti, di un’azione che anch’io a suo tempo avevo proposto: mi auguro che il procedimento vada a buon fine e i soci possano riavere i loro risparmi o, quanto meno, gran parte di essi. Vale la pena ricordare che centinaia di persone che credevano nella coop Di Vittorio e nella sua vocazione solidaristica e si fidavano nei suoi amministratori sono state imbrogliate da persone in cui riponevano la massima fiducia. Invece, il prestito sociale – alla faccia del fine mutualistico – è stato usato per fare tutt’altro portando la cooperativa ad avere milioni di debiti e, quindi, al fallimento. Se chi di dovere, a partire da Legacoop, avesse vigilato e controllato il disastro si sarebbe potuto evitare o quanto meno contenere. Se da un lato abbiamo la classaction, dall’altro abbiamo gli strascichi giudiziari avuti dal fallimento e che, spero, serviranno a far emergere la verità su quanto accaduto. Ultimo elemento rimane la responsabilità politica: la coop Di Vittorio rientrava in un grande sistema in cui coop e politica andavano a braccetto. Era il sistema “rosso” dell’Emilia Romagna, che si sta sgretolando. Si vedano, oltre alla Di Vittorio, anche Unieco e Coopsette.

Francesca Gambarini
Capogruppo Forza Italia

 

Gambarini (FI): “Sulle coop il Pd gioca allo scaricabarile”

In questi giorni stiamo assistendo al maldestro tentativo del Pd reggiano di partecipare come vittima al funerale delle cooperative reggiane liquidate (tra cui l’Unieco, molto attiva anche a Fidenza). E’ la stessa sceneggiata recitata del Pd fidentino in occasione del tragico fallimento della coop Di Vittorio. Pd che, cercando di cancellare il passato con un colpo di spugna, aveva cercato di far finta di niente, minimizzando l’accaduto come se le decine di milioni di debiti neppure fossero esistiti. Quando si parla di cooperative fallite o che stanno fallendo la sinistra, a qualunque latitudine, dovrebbe avere la decenza e la dignità di evitare di giocare allo scaricabarile. La cooperativa Di Vittorio a Fidenza è stata la principale protagonista della stagione di espansione edilizia incontrollata portata avanti delle amministrazioni di centrosinistra. E non si può negare la vicinanza della coop Di Vittorio alla sinistra locale e all’amministrazione comunale. Ce lo dice la composizione dei Cda della coop negli anni. Ritroviamo diversi esponenti politiche che hanno ricoperto o ricoprono tuttora incarichi politici in Comune (per esempio l’attuale sindaco) o, addirittura, funzionari comunali. Mi chiedo poi con quale criterio siano stati scelti gli amministratori della Di Vittorio. Di certo, visto il risultato, non quello della competenza. Si sono sfruttati per anni gli ideali cooperativistici e mutualistici in cui tanti credevano e hanno investito per fare altro e, senza alcun controllo da parte di Legacoop, si sono lasciate centinaia soci prestatori in condizioni pesantissime finanziariamente.

Coop Connection a Fidenza

Il mio intervento in occasione della presentazione del libro Coop Connection di Antonio Amorosi

 

La cooperazione nel bene e nel male fa parte della storia dell’Emilia Romagna, la terra in cui viviamo e che tutti noi amiamo. E proprio perché la amiamo vogliamo che cambi. Vogliamo cambiare un sistema che ha visto le cooperative – nate per nobili scopi – trasformarsi in grandi aziende multiservizi, attive in svariati campi e, purtroppo, legate a doppio filo alla politica di un certo colore. La vicinanza a chi da sempre governa la nostra Regione a tutti i livelli, unita alla mancanza di una legislazione chiara in materia, ha fatto sì che le cooperative instaurassero una sorta di monopolio. Si sono aggiudicate appalti in ogni settore, in particolare nell’edilizia, sbaragliando completamente la concorrenza.

Tutto questo è andato avanti per anni, senza che nessuno – tranne qualche isolata voce prontamente messa a tacere – avesse niente da ridere, anche perchè la situazione di generale benessere copriva tutte le magagne. Da qualche anno a questa parte, però, è arrivata la crisi. E con la crisi si è smesso di costruire. Come prima conseguenza diversi colossi della cooperazione hanno dovuto ridimensionarsi. A pagare anni di speculazione e consumo del suolo sono stati i lavoratori, rimasti senza un’occupazione da un momento all’altro. Già, le coop non danno nessuna tutela a chi lavora con loro. Ultimamente sono caduti in disgrazia due colossi delle cooperazione, Coopsette e Unieco. Quest’ultima la conosciamo molto bene anche a Fidenza, dato che si è aggiudicata numerosi appalti. Da ultimo quello per l’ampliamento dell’ospedale di Vaio. Peccato che i lavori siano bloccati a causa dei problemi delle cooperativa. Se la nuova ala verrà terminata in ritardo sappiamo chi dobbiamo ringraziare.

E in questi ultimi anni, vuoi per la crisi, vuoi per la mala gestione, le coop di danni ne hanno fatti fin troppo. Da Trento a Palermo: dal vaso di Pandora che si è aperto con Mafia Capitale, dalla vergognosa speculazione fatta sull’immigrazione, alle indagini che hanno coinvolto le cooperative del modenese, vedi il caso di Cpl Concordia. Finalmente qualcuno indaga su questo sistema di potere e cerca di spiegarlo alla persone. Siamo davvero soddisfatti di poter avere qui Antonio Amorosi. Mi auguro che questa serata aiuti Fidenza e i fidentini ad aprire gli occhi.

Ne avremmo davvero bisogno per evitare nuovi disastri. Mi riferisco al crac della coop Di Vittorio, di cui tutti sembrano essersi dimenticati. La storia della Di Vittorio la conosciamo bene. Si tratta di una cooperativa di edilizia sociale, nata 46 anni fa e diventata la più grande della Regione. Era nata con un fine nobile: quello di dare una casa a basso costo ai propri soci. L’idea era piaciuta ai fidentini e anche agli abitanti dei paesi vicini, tanto che vengono costruiti centinaia di appartamenti e centinaia di persone decidono di diventarne soci. La Di Vittorio, grazie anche alla vicinanza politica con le amministrazioni comunali di Fidenza che si sono susseguite negli anni, continua a espandersi. L’attività non si limita all’edilizia, vengono portate avanti operazione speculative, che niente hanno a che fare con la cooperazione. Quali? Un agenzia viaggi, un poliambulatorio o un panificio. Il risultato è un disastro. Si crea un buco di bilancio di decine di milioni di euro e, alla fine del 2014, il Tribunale di Parma ne certifica il fallimento con frode. Milioni di euro (tra cui i risparmi di una vita di centinaia di famiglie) finiti chissà dove. Su questa vicenda è in corso un’inchiesta giudiziaria che mi auguro possa fare chiarezza. Nel frattempo, chi ha gestito questa cooperativa continua a gestire la cosa pubblica, facendo finta che niente sia successo.

Fallimento Di Vittorio, Gambarini (FI): “Bene la Regione, ma fare chiarezza presto”

La Regione Emilia Romagna, facendo seguito ad un atto di alcuni mesi fa, ha approvato una delibera che facilita la vendita degli alloggi a proprietà indivisa ai soci assegnatari. Si tratta di una decisione che riguarda anche la cooperativa Di Vittorio. Come ho già dichiarato più volte, è un provvedimento che mi trova d’accordo dato che rappresenta uno strumento in più in mano ai curatori fallimentari (che ringrazio per il lavoro che stanno facendo) per recuperare risorse da restituire ai soci della Di Vittorio, che hanno perso i loro risparmi nel fallimento della cooperativa. Rinnovo, quindi, la richiesta all’amministrazione comunale di dare parere favorevole alla vendita degli alloggi. Questo, sebbene importante, è solo un piccolo passo. Il lavoro che deve essere fatto per restituire i propri soldi ai soci truffati è ancora molto e tanti sono gli aspetti da chiarire per capire le cause e le responsabilità di un crac dalle proporzioni enormi quale è stato quello della Di Vittorio. Questioni delle quali si sta occupando chi di dovere. Non posso, però, non ricordare che la vicenda si svolge in un contesto politico ben preciso: per capirlo basta leggere i nomi di chi ha fatto parte del Cda della Di Vittorio e della sua partecipata Polis, campionessa della speculazione spericolata. Balzeranno all’occhio nominativi di persone legate alla sinistra cittadina che hanno avuto (o hanno tuttora) ruoli politici o tecnici nel Comune di Fidenza. E, nonostante l’evidenza, il centrosinistra fidentino continua a fingere che niente sia successo…

 
Francesca Gambarini
Capogruppo Forza Italia

 

Crac Di Vittorio, Gambarini (FI): “Bene il sequestro, ora chiarezza su tutti gli aspetti del crac”

Il sequestro di quasi un milione di euro eseguito dalla Finanza è solo un primo passo per fare luce su quanto accaduto alla cooperativa Di Vittorio e individuare le responsabilità. Tanti, infatti, sono gli aspetti da approfondire. Va chiarito, ad esempio, come si è arrivati ad accumulare un debito di 70 milioni di euro, perchè alcuni soci sono riusciti a ritirare i loro risparmi e altri no, come sono stati utilizzati i 19 milioni di euro di mutui che sarebbero stati contratti contro legge e altri aspetti ancora. E, poi, si deve andare avanti con le azioni di responsabilità verso gli ex amministratori di Di Vittorio e Polis, che sarebbero già state impostate. Insomma, va spiegato perchè si è arrivati al fallimento del gruppo Di Vittorio, risalendo fino alle radici del dissesto che, stando a quanto scritto dal commissario giudiziale nella propria relazione, risalgono a prima del 2008. Mi auguro che i curatori fallimentari proseguano il loro lavoro in maniera proficua, portando a buon fine la vendita degli alloggi della proprietà indivisa in modo da recuperare risorse da restituire ai creditori e ai soci truffati e evitare che i 19 milioni di mutui ricadano sui Comuni dove sono stati realizzati gli alloggi. Fra questi c’è Fidenza, dove la coop ha sede e dove sono stati realizzati gran parte degli alloggi e tanti altri interventi.

 
Francesca Gambarini, capogruppo Forza Italia

Coop Di Vittorio, Gambarini (FI): “Il Comune di Fidenza agevoli la vendita degli alloggi”

Il Pd, che finora, a tutti i livelli, non ha detto una parola su quanto capitato alla coop Di Vittorio, oggi fa una inutile polemica sul merito della modifica alla legge regionale che renderà possibile vendere gli alloggi della coop Di Vittorio. Il crac della Di Vittorio, che gli uomini del Pd dovrebbero conoscere bene, è stato un disastro di dimensioni impressionanti. Oggi che la legge mette a disposizione dei curatori (che ringrazio per il lavoro fatto) questo strumento non si deve perdere altro tempo, ma bisogna lavorare per fare andare le cose al meglio. È necessario adoperarsi per fare in modo che la vendita degli alloggi agli assegnatari venga agevolata. In tal senso presenterò una mozione per fare in modo che il Comune favorisca questa operazione. Vendere gli alloggi consetirebbe di incamerare risorse da usare per rimborsare i creditori della coop Di Vittorio, fra cui ci sono anche i soci prestatori. Il Pd si impegni su questo, invece di fare polemiche inutili e buttare fumo negli occhi alla gente presentando mozioni poco chiare e fuori tempo massimo come quella portata l’altro giorno in Consiglio comunale.

Francesca Gambarini
Capogruppo Forza Italia

Una proposta per le coop

Più trasparenza, miglioramento del sistema di vigilanza, garanzie sul prestito sociale e costituzione di un fondo per le vittime delle cooperative in crisi che si vedono impossibilitate a restituire il prestito sociale. Sono alcune delle proposte elaborate da Federconsumatori e dal Coordinamento nazionale soci cooperative per tutelare il prestito sociale. E’ una bozza che mi trova totalmente d’accordo. E aggiungo un punto: evitiamo che le cooperative siano legate in maniera troppo stretta alla politica. Evitiamo, per esempio, che nei cda delle coop siedano esponenti di partiti politici o amministratori e funzionari comunali. Peccato soltanto che si corra ai ripari dopo che il danno è stato fatto. Qui a Fidenza lo sappiamo bene quali conseguenze può avere la mala gestio di una coop, dato che tanti fidentini lo hanno vissuto sulla propria pelle con il fallimento della coop Di Vittorio – legata a doppio filo alla sinistra fidentina, come si capisce dai nominativi dei suoi ex amministratori – che ha lasciato sul lastrico tante famiglie che si erano fidate e avevano affidato i propri risparmi alla coop attraverso il prestito sociale. Purtroppo il fine mutualistico con il quale era nata la Di Vittorio è stato tradito e il prestito sociale è stato usato per fare altro con le devastanti conseguenze che conosciamo bene. La proposta fatta da Federconsumatori e Coordinamento soci cooperative va nella direzione di evitare fatti del genere. Ma, come dicevo, il danno ormai è fatto e sarà la magistratura a fare chiarezza e ad individuare i responsabili del dissesto della Di Vittorio. Infine, suggerisco ai soci prestatori della Di Vittorio di provare a percorrere la strada seguita dai comitati soci prestatori nati in Friuli in occasione di due fallimenti drammaticamente analoghi a quello della Di Vittorio. Hanno coinvolto la presidente della Regione (e vicepresidente nazionale del Pd) tentando una causa civile risarcitoria in quanto è potestà delle Regioni la vigilanza sulla trasparenza e sul buon funzionamento delle coop.

Forza Italia e Rete civica: “Il sindaco parla della Di Vittorio per giustificare Of4, scandaloso!”

Paragonare il concerto dei Subsonica allo Street Food ci sembra decisamente fuori luogo: trattasi di due eventi totalmente diversi. Ridicolo anche il calcolo delle presenze: se si fossero usati i dati di flusso ai varchi di Fidenza registrati dalle “telecamere istituzionali” e non delle effettive presenze in piazza, forse avremmo parlato di migliaia di persone in più anche per i Subsonica! Ma non tocca a noi difendere una situazione piuttosto che un’altra:  l’unico dato è che per Of4 sono stati usati 57 mila euro dei cittadini mentre per il concerto la cifra è stata sponsorizzata da privati. Ma se possiamo comprendere che il sindaco cerchi di giustificare una spesa spropositata e da far raddrizzare i capelli attaccandosi a cose che nulla c’entrano, scandaloso è che lo faccia anche tirando fuori la Di Vittorio. Il sindaco in questo modo si fa beffa di tutte le persone che hanno perso i loro soldi nel fallimento della coop Di Vittorio e anche di tutti i fidentini che rischiano di doversi accollare il pagamento dei mutui della coop. Il suo atteggiamento è scandaloso! Singolare è che il sindaco parli della Di Vittorio ora (e soprattutto che lo faccia in questo modo, senza rispetto per chi ha perso i risparmi di una vita) mentre non ha detto una parola dopo l’intervista rilasciata dai curatori della coop che hanno ben raccontato i termini del disastro. Non una parola sui 70 milioni di passivo o sui 19 milioni di mutui contratti in spregio alla legge. Questo nonostante fino al 2006 il sindaco fosse nel cda della Di Vittorio e contemporaneamente assessore del Comune di Fidenza. Immaginiamo quindi che sappia molto più di noi delle scelte che hanno portato i curatori ad affermare che nel 2008 i segni del dissesto erano già evidenti. E’ inutile che continui a far finta di niente e a parlare d’altro… Proprio lui!!!! Nei cda di Di Vittorio e Polis si sono alternati, insieme al sindaco Massari, importanti esponenti del centrosinistra locale e spiace molto vedere l’indifferenza e il menefreghismo di chi governa Fidenza verso un fallimento di queste dimensioni.

Forza Italia – Rete Civica

Fallimento Di Vittorio, Gambarini (FI): “Ora si chiariscano le responsabilità politiche”

70 milioni di passivo, 19 milioni di mutui contratti in spregio alla legge, soci che si sono avvantaggiati su altri prelevando il proprio denaro, la possibilità che i debiti della coop ricadessero sui Comuni, centinaia di persone che rischiano seriamente di perdere i propri risparmi. Il crac della cooperativa Di Vittorio e della sua controllata Polis spa è di dimensioni impressionanti e rappresenta il fallimento del sistema delle coop emiliane che man mano si è allontanato dai fini mutualistici per fare altro con i risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti. E’ quello che è successo alla coop Di Vittorio, fallita a causa di operazioni discutibili. Sui motivi e sulle responsabilità di questa vicenda farà chiarezza la magistratura e bene hanno fatto i curatori fallimentari a impostare azioni di responsabilità nei confronti di chi ha gestito Di Vittorio e Polis: a pagare devono essere i responsabili. Oltre a quella penale, c’è però una responsabilità anche politica. D’altronde è un dato di fatto che nel cda di Di Vittorio siano “passati” diversi esponenti di spicco del centrosinistra locale, fra cui anche l’attuale sindaco di Fidenza, che è stato contemporaneamente sia assessore del Comune di Fidenza, sia amministratore della Di Vittorio. Altro dato di fatto è che la Di Vittorio sia stata una principali protagoniste della stagione dell’espansione urbanistica incontrollata di Fidenza portata avanti dalle giunte di centrosinistra. Come rilevato dal commissario giudiziale, già nel 2008 c’erano segni di dissesto, sintomo di una mala gestione che andava avanti da tempo. Il 2008 non è lontano dal periodo in cui il sindaco, solo poco tempo prima, faceva parte del cda della Di Vittorio, perciò non cada dalle nuvole. Chiediamo, quindi, che ci venga spiegato cosa è successo: chi amministra la cosa pubblica non può chiudere gli occhi davanti a questo crac, soprattutto se esponenti di una certa parte politica sono stati fra gli amministratori di questa coop. Infine, mi auguro che i curatori riescano a salvare il salvabili e a restituire almeno i parte i risparmi ai soci truffati. Consigliamo loro di adire azioni di recupero anche nei confronti della Regione che avrebbe avuto l’obbligo di vigilare e ha dato molti contributi con soldi pubblici, di tutti noi, alla Di Vittorio.

Francesca Gambarini, capogruppo Forza Italia

RaiDue parla della coop Di Vittorio

Ieri sera su ‪#Raidue‬ si è parlato della coop Di Vittorio, grazie ad un servizio realizzato da ‪‎Virus‬. Finalmente c’è stata l’occasione di rompere la cortina di nebbia che avvolge questa faccenda. Centinaia di famiglie sono state truffate, perdendo così tutti i loro risparmi. La magistratura accetterà eventuali responsabilità penali, ma non dimentichiamo le responsabilità della politica, che devono emergere con chiarezza. Sappiamo bene, infatti, che nel cda della Di Vittorio sedevano persone legate alla sinistra locale che hanno avuto, o che hanno tuttora, ruoli nelle governo della città. Il sindaco? Non pervenuto ai microfoni.

 

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