Gambarini (Cambiamo!): “Perchè a Piacenza non è stata creata la zona rossa?”

Gambarini (Cambiamo!): “Perchè a Piacenza non è stata creata la zona rossa?”

“Piacenza, a pochi chilometri da Codogno, è una delle provincia più colpite dal virus. Se ne parla poco ma i numeri sono brividi per una realtà di poco più di 200 mila abitanti. Lo chiediamo al presidente della Regione e al Governo: perchè non è stata creata la zona rossa subito, nonostante le ripetute richieste del sindaco? Si sarebbe probabilmente potuto limitare il contagio, perchè non è stato fatto? Vista la contiguità geografica probabilmente avremmo avuto meno problemi anche in provincia di Parma dove, in rapporto alla popolazione, si registra un tasso di mortalità altissimo”. Lo scrive in una nota Francesca Gambarini, responsabile di Cambiamo! per l’Emilia Romagna.

Emergenza Covid19, Francesca Gambarini (Cambiamo!) guarda avanti: “Elaborare un piano graduale di riapertura delle attività produttive e capire come programmare il futuro”

Emergenza Covid19, Francesca Gambarini (Cambiamo!) guarda avanti: “Elaborare un piano graduale di riapertura delle attività produttive e capire come programmare il futuro”

Francesca Gambarini intervistata da Kongnews

Francesca Gambarini

Mentre la curva dei nuovi contagi da Covid-19 stenta a rallentare, sempre più preoccupazioni desta anche il futuro economico del paese. Quali sono le misure che lo Stato dovrà mettere in gioco per evitare che, alla fine dell’emergenza sanitaria, non dovremo fare i conti con un altrettanto preoccupante crisi economica. Il governo sta affrontando nel migliore dei modi possibili l’emergenza Coronavirus? Lo abbiamo chiesto a Francesca Gambarini, Responsabile per l’Emilia Romagna di Cambiamo!, nonché tra i fondatori del giovane partito di Giovanni Toti.

In qualità di Responsabile di Cambiamo! Per la Regione Emilia-Romagna, si sente di poter affermare – come oggi ha dichiarato il commissario Sergio Venturi – che la fase più dura dell’epidemia sia passata? Il numero dei nuovi contagi negli ultimi giorni è diminuito. È un buon segno ma non spetta a me valutare se la fase più dura dell’epidemia sia passata. Questo è compito delle aziende sanitarie e lascio che a parlare siano loro. Non posso che augurarmi sia così e che si possa presto programmare il ritorno alla normalità. Purtroppo, il numero di morti è ancora molto alto nelle province emiliane più colpite. È un aspetto su cui interrogarsi per dare una risposta: dietro i numeri ci sono vite umane spezzate e famiglie distrutte.

In una nota pubblicata il 30 marzo, ha espresso l’urgenza di garantire agli operatori socio-sanitari tutti i DPI necessari alla loro salute. Ci sono novità da questo punto di vista? Pensa che non si è fatto abbastanza per tutelare la categoria? Il presidente Bonaccini ha annunciato l’arrivo di DPI. Mascherine, calzari e tute sono l’unico modo per arginare il contagio nelle strutture sanitarie. Diversi medici sono morti dopo aver contratto la malattia in ospedale e si stima che il 10% degli operatori sia contagiato. Si è quindi arrivati “lunghi”, sottovalutando inizialmente la gravità della situazione. Ora si corre ai ripari, dopo che a inizio emergenza mancavano i presidi necessari. Sottolineo che i DPI devono essere forniti anche a tutti gli operatori delle strutture per anziani che sono potenziali focolai.

Già il 19 marzo lei proponeva tamponi a tutti i cittadini dell’Emilia-Romagna, cosa che adesso sembra essere sempre più verosimile. Pensa che questo “ritardo” possa esser stato un errore drammatico nella lotta al Covid-19, sia nella sua regione che nell’intero paese? A monte c’è un grave errore del Governo che ha sottovalutato la situazione, emanando con ritardo le misure di prevenzione. Se già a gennaio e febbraio si fossero fatti tamponi a chi arrivava in ospedale con polmoniti sospette si sarebbe probabilmente riusciti a contenere la diffusione del virus. Mi fa piacere che oggi si segua l’esempio del Veneto di Zaia, dove il contagio è stato ben contenuto, iniziando a fare tamponi a più persone possibili. Da subito si sarebbe dovuto seguire il modello della Corea del Sud per riuscire ad isolare e curare le persone positive anche asintomatiche. Ritengo sia un esempio da seguire anche la nave ospedale allestita nella Liguria di Giovanni Toti.

A proposito del bonus di 600 previsto per i lavoratori autonomi dal decreto Cura Italia, lo ha definito “una presa in giro”. Quali sono secondo lei e il suo partito le misure necessarie per evitare il collasso economico del paese? Cambiamo! ha presentato un serie di proposte – un pacchetto da 100 miliardi, chiamato Risorgi Italia. Per i professionisti e le partite iva ritengo più serio provvedere a neutralizzare i pagamenti per alcuni mesi e a prevedere iniezioni più cospicue di liquidità rispetto a 600 euro buoni a poco e niente. Per il 2020 è necessario ridurre di almeno ¼ di Ires, Irpef e Irap. Le banche, e non le imprese, dovrebbero poi anticipare la cassa integrazione. Particolare attenzione poi va rivolta alle fasce più deboli della società, con strumenti come la social card, ma tutti i cittadini vanno sostenuti con misure come la sospensione di parte dei tributi almeno fino al 31 agosto, la sospensione fino a fine anno di bollo e RC auto e la sterilizzazione degli oneri in bolletta. Questo, unito allo sblocco degli investimenti e all’estensione della golden power per le aziende, può far fare ripartire l’Italia.

Un commento generale sulla situazione attuale: ritiene adeguato il modo in cui il presidente del Consiglio e in genere il governo sta affrontando l’emergenza sanitaria? No. Ci si è mossi in ritardo: si dovevano prendere maggiori precauzioni già agli inizi di febbraio, per intenderci quando i governatori di centrodestra segnalavano il pericolo e il leader del Pd definiva il coronavirus una semplice influenza. Invece tutto è stato sottovaluto e ora si va avanti a colpi di decreto cambiando idea ogni giorno e senza una strategia e una programmazione per il futuro.

Uno sguardo al futuro: qual è secondo lei la lezione che l’Italia dovrebbe apprendere da questa terribile vicenda? Una volta terminata l’emergenza, dovremo fare i conti con l’emergenza economica e mi auguro non ci sia anche un’emergenza sociale. Già da ora dobbiamo elaborare un piano graduale di riapertura delle attività produttive e sociali e capire come programmare il futuro. Detto questo, dovremo capire che la spesa per la sanità deve essere al primo posto perché non possiamo più essere impreparati ad affrontare le emergenze. Decine di migliaia di persone ci hanno lasciato: chi ci governa ha responsabilità? Mi auguro anche che a mente fredda emerga con chiarezza chi è stato in grado di gestire l’emergenza e chi no. Poi ci sarà da fare una seria riflessione sull’Unione Europea e sul suo: questa Europa ha senso di esistere? L’Europa deve essere un’Europa dei popoli, non delle burocrazie.

Emilia Romagna, Gambarini (Cambiamo!): “Potenziare le forniture di DPI per tutti gli operatori sanitari”

Emilia Romagna, Gambarini (Cambiamo!): “Potenziare le forniture di DPI per tutti gli operatori sanitari”

PARMA, 30 mar. – “Stando a quanto reso noto dai sindacati, il 10% degli operatori sanitari in Emilia Romagna sarebbe positivo al Coronavirus. E’ un dato che non può lasciare nessuno indifferente. Ben venga l’annuncio dei test sierologici fatto dal commissario Venturi, ma è necessario garantire a tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari tutti i dispositivi di protezione individuale necessari per tutelare la loro salute. Non ci riferiamo soltanto alle mascherine, ma anche a camici e calzari. Purtroppo i DPI non sono mai in misura sufficiente a tutelare tutti e serve perciò aumentare la forniture. Gli accertamenti clinici sono importanti ma dobbiamo agire a monte facendo di tutti per evitare il contagio. Mettiamo medici, infermieri e gli operatori tutti nelle condizioni di lavorare in sicurezza, altrimenti smettiamola con i ringraziamenti”. Lo scrive in una nota Francesca Gambarini, responsabile di Cambiamo! per l’Emilia Romagna.

Gambarini (Cambiamo!): “Task force comunali per combattere l’epidemia di coronavirus”

Francesca Gambarini

Gambarini (Cambiamo!): “Task force comunali per combattere l’epidemia di coronavirus”

PARMA, 20 mar. – “I casi di coronavirus in Emilia Romagna continuano a salire. Ogni giorno è un bollettino di guerra. Noi semplici cittadini non possiamo fare altro che stare in casa dato che l’isolamento sociale aiuta a limitare il diffondersi del virus. Dall’altro lato, la Regione deve fare ancora di più,  e investire ancora più risorse per fermare questa epidemia, che sta uccidendo intere famiglie, senza nemmeno poter fare un funerale”. Lo scrive in una nota Francesca Gambarini, responsabile di Cambiamo! per l’Emilia Romagna. “Riteniamo – prosegue – che la Regione dovrebbe investire e creare una normativa ad hoc per creare task force epidemiologiche comunali (gestite ad esempio dalla protezione civile) che si occupino di individuare le persone che sono state a contatto con le persone risultate positive e di individuare laboratori di analisi anche privati nel territorio comunale che possano eseguire localmente i tamponi. Fermo restando che ogni laboratorio ospedaliero dovrebbe essere essere nelle condizione di poter effettuare i tamponi. Rimaniamo convinti che eseguire tamponi su tutta la popolazione sia necessario per individuare e curare tutti i positivi, inclusi gli asintomatici, per fermare il contagio”.

Gambarini (Cambiamo!): “L’Emilia Romagna faccia il tampone a tutti i cittadini”

Gambarini (Cambiamo!): “L’Emilia Romagna faccia il tampone a tutti i cittadini”

PARMA, 18 mar. – “I dati relativi ai casi di Coronavirus sono ogni giorno più terribili. Oggi in Italia sono morte 475 p-ersone, di cui ben 65 nella nostra Emilia Romagna. Di questi 34 nella provincia di Parma. Sono numeri che devono scuotere le coscienze di tutti noi: cosa ancora deve succedere per farci capire che bisogna stare a casa? Non ci viene chiesto chissà cosa, soltanto di stare a casa. Mi rivolgo alla Regione Emilia Romagna: dobbiamo fare qualcosa in più, non pensiamo ai soldi, pensiamo alla salute dei cittadini. E’ necessario fare tamponi a tutti e farlo in fretta per poter individuare tutti i positivi, anche quelli asintomatici, e curarli. Non possiamo rischiare che è positivo senza saperlo contagi gli altri. E’ questo un motivo in più per stare in casa: se non usciamo saremo al sicuro. Chiedo perciò che in ogni provincia ci si organizzi sotto il coordinamento della Regione per fare tamponi a tappeto. Dobbiamo fare di tutto per fermare questo virus. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che sono in prima linea per combattere il coronavirus: medici, infermieri, operatori socio sanitari e volantari, senza dimenticare chi ogni giorno va al lavoro per poter garantire i servizi fondamentali. A loro un grande grazie, a tutti gli altri rinnovo l’invito a stare a casa”. Lo scrive in una nota Francesca Gambarini, responsabile di Cambiamo! per l’Emilia Romagna

CoronaVirus, Gambarini (Cambiamo!): “Necessarie iniziative a sostegno delle aziende emiliano romagnole”

CoronaVirus, Gambarini (Cambiamo!): “Necessarie iniziative a sostegno delle aziende emiliano romagnole”

Francesca Gambarini

PARMA, 29 feb. – “L’epidemia di Coronavirus sta mettendo in difficoltà tantissime aziende della nostra Regione. Una delle prime conseguenze purtroppo sono i danni che tante imprese stanno subendo anche al di fuori della zona rossa. Come appunto l’Emilia Romagna”. Lo scrive in una nota Francesca Gambarini, responsabile di Cambiamo per l’Emilia Romagna. “A risentirne – spiega – sono in particolare il turismo e la cultura con disdette su disdette negli hotel e tante eventi ed iniziative annullati. Ciò si ripercuoterà anche sul commercio e su tutto l’indotto. Altro tema è quello legato alle limitazioni verso l’Italia imposte da alcuni Stati che si ripercuoterà sul Made in Italy. Chiediamo quindi alla Regione e al Governo di mettere in campo iniziative e risorse a sostegno delle zone a ridosso della zona rossa. Quale appunto l’Emilia Romagna che tanto sta soffrendo per questa epidemia. Attendiamo l’annunciato decreto della prossima settimana perchè quanto fatto finora non è assolutamente sufficiente per la nostra Regione. L’Emilia Romagna e l’Italia non possono e non devono fermarsi. Ringrazio tutti gli operatori sanitari per quello che stanno facendo per contenere il virus ed evitare il peggio”.

Francesca Gambarini responsabile di Cambiamo! per l’Emilia Romagna

Francesca Gambarini

PARMA, 21 feb. – Francesca Gambarini, parmense e candidata alla recenti Regionali, è stata nominata responsabile del comitato promotore di Cambiamo! per la Regione Emilia Romagna. L’incarico durerà fino allo svolgimento dei congressi regionali. “Ringrazio per la fiducia il presidente Giovanni Toti e tutti i componenti del comitato nazionale di Cambiamo! – commenta Francesca Gambarini -. Ci aspetta un lavoro molto duro e impegnativo ma i moderati hanno bisogno di una casa. Cambiamo! nasce per rappresentare i liberali e i riformisti: siamo e saremo saldamente nel centrodestra. Dovremo lavorare pancia a terra, mattoncino su mattoncino, per dare forma a un progetto politico serio che dia voce a chi ora non la ha e per portare avanti proposte e idee sui temi legati a infrastrutture, sanità e ambiente. Lo spazio politico c’è, sta a noi riempirlo. In Emilia Romagna, dopo le elezioni, inizia il nostro percorso di crescita e radicamento sul territorio: dobbiamo allargare la coalizione di centrodestra a tutte le forze civiche e moderate che non si riconoscono nel governo della sinistra”.

Emilia Romagna, Gambarini (Cambiamo!): “Sosteniamo con convinzione Lucia Borgonzoni”

Emilia Romagna, Gambarini (Cambiamo!): “Sosteniamo con convinzione Lucia Borgonzoni”

Ieri sera, al Paladozza di Bologna, Matteo Salvini ha lanciato ufficialmente la candidatura della sen. Lucia Borgonzoni a presidente della Regione Emilia Romagna. Tra i presenti alla bellissima serata bolognese anche Francesca Gambarini, componente del comitato nazionale di Cambiamo!, insieme a tanti amici del parmense. “Sosteniamo con convinzione la candidatura a presidente di Lucia Borgonzoni per il centrodestra. All’Emilia Romagna serve un cambiamento per poter spiccare davvero il volo. Vogliamo una Regione dove sia valorizzato il merito, non le tessere di partito, una Regione che sia di tutti i cittadini e non del Pd – ha commentato Gambarini – . Ci sono tante cose che si possono migliorare a partire da sanità e infrastrutture. La sanità deve diventare a misura di cittadino e essere organizzata in modo da eliminare le lunghissime liste d’attesa attuali. Non è possibile che per alcune prestazioni si debba aspettare anni o altrimenti pagare. purtroppo oramai a Parma e pensiamo sia così in tutta la regione la sanità è blindata dalla necessità di carriera di alcuni (vedasi la recente operazione per la chirurgia dell’ospedale di Vaio).  E le infrastrutture? Da anni promettono sempre le stesse infrastrutture perchè non le realizzano? Siamo stanchi di farci prendere in giro. Nel parmense possiamo fare tanti esempi: Pontremolese, Alta velocità, ponti sul Po, TiBre, diga di Vetto. Anni di promesse ma niente di realizzato”. “La serata di ieri sera è stata la festa della democrazia, con migliaia di persone riunite con il sorriso per chiedere cambiamento e alternanza. Fuori l’odio della sinistra che vuole impedire la democrazia e ha costretto le forze dell’ordine a scortare chi voleva raggiungere il Paladozza. Con la scusa di un fascismo inesistente, gli antifascisti si trasformano in fascisti rossi violenti”.

Infrastrutture, Gambarini (Cambiamo!): “Dal Pd solo promesse”

Infrastrutture, Gambarini (Cambiamo!): “Dal Pd solo promesse”

PARMA, 12 nov. – “Parole, parole, parole. Ieri il vice di Bonaccini, ospite del Pd di Parma, ha promesso investimenti per aeroporto, ferrovia, Pontremolese, Cispadana, TiBre e chi più ne ha più ne metta. Mi chiedo: ma allora in questi 5 anni cosa hanno fatto? Perchè non hanno fatto prima le cose che promettono ora?”. Lo scrive in una nota Francesca Gambarini, componente del comitato nazionale di Cambiamo!. “Siamo di fronte alle solite promesse pre-elettorali della sinistra, che, tra l’altro, terrorizzata dal poter perdere, prometterà di tutto e di più in questa campagna elettorale – prosegue Gambarini – . Stiamo parlando di opere importantissime e fondamentali per la provincia di Parma e l’intera Regione Emilia Romagna, opere di cui si parla da anni e riguardo le quali non si contano più le promesse fatte da Bonaccini e dal Pd. Anche per questo è necessario un cambio di passo: non basta promettere di realizzare le infrastrutture è necessario realizzarle. Cosa che in decenni la sinistra non è stata in grado di fare. Il centrodestra, con Lucia Borgonzoni, è garanzia di concretezza e di buon senso. Resta poi in sospeso l’annosa questione della diga di Vetto, opera importantissima e fondamentale per contrastare gli effetti della siccità. Un’opera bloccata anni fa dalla sinistra di cui mai il Pd parla, come mai parla dell’emergenza idrica che ogni anno peggiora. Come pensano di risolvere il problema? Le infrastrutture per noi sono una priorità e, al di fuori delle promesse e degli slogan, ci impegneremo a sbloccare ed avviare tutti quei cantieri tenuti fermi dalla sinistra in questi anni. Non sono parole al vento perchè Liguria, Lombardia, Veneto, Piemonte sono la dimostrazione del buon governo del centrodestra. Un buon governo che anche Parma e l’Emilia Romagna meritano di avere”.

Emilia Romagna, Gambarini (Cambiamo!): “Asili nido obbligatori? No, grazie!”

Emilia Romagna, Gambarini (Cambiamo!): “Asili nido obbligatori? No, grazie!”
BOLOGNA, 22 ott. – “Asili nido obbligatori? No, grazie”. Lo scrive in una nota Francesca Gambarini, componente del comitato nazionale di Cambiamo!. “Il presidente delle Regione Bonaccini a quanto pare sogna di far rinascere il regime comunista dell’Unione Sovietica nella nostra Emilia Romagna, come quando mandavano le giovani leve del partito di Reggio Emilia in vacanza studio premio nella Germania Est del famigerato regime comunista di Honecker – prosegue Gambarini – . Questa è l’unica spiegazione che riusciamo a dare alla balzana idea di rendere obbligatorio l’asilo nido per tutti i bambini. Insomma, Bonaccini vorrebbe imporre alle famiglie come far crescere i propri bambini. In pieno stile comunista, ideologia secondo cui tutto è di proprietà dello Stato. Ci chiediamo poi a che titolo faccia questa proposta dato che non è il presidente del Consiglio dei ministri e neppure il ministro dell’Istruzione”.  “A noi fa inorridire il solo pensare che l’istituzione possa decidere per le famiglie come far crescere i propri bimbi – conclude l’esponente di Cambiamo! – . Sia chiaro l’asilo nido è un servizio fondamentale ma le famiglie, in spirito di sussidiarietà, devono essere lasciate libere di decidere se iscrivere o meno i propri figli e in che strutture mandarli. Invece i comunisti vogliono decidere loro e togliere anche questa possibilità alla famiglie. Noi amiamo la libertà e faremo di tutto per impedire questo scempio. Costruire un centrodestra serio e moderno diventa ogni giorno più urgente per dare all’Emilia Romagna l’opportunità di avere un governo attento ai bisogni delle famiglie. Noi ci siamo”