Condominio Ecosol, servono chiarimenti

Ho presentato un’interrogazione sul condominio Ecosol, nel quartiere Europa a Fidenza. Ecco il testo.

 

Premesso che

-in data 12 gennaio 2015 ho richiesto la documentazione relativa alla realizzazione del condominio “Ecosol” nel quartiere Europa come da concessione ad edificare n. 44/2010 a nome Coop Di Vittorio;

-alla fine del mese di gennaio mi sono stati consegnati gli elaborati della concessione edilizia e relativa variante compresa la richiesta del certificato “ parziale “di conformità edilizia ed agibilità inoltrato al Comune in data 22 gennaio 2015 (strana coincidenza che questo sia stato presentato subito dopo la mia richiesta di accesso ai documenti);

-in data 5 febbraio 2015 richiedo la conformità degli impianti;

Considerato che nella documentazione ricevuta si evidenzia che

-il 13 febbraio 2015 il Dirigente precisa che la richiesta parziale di certificato di conformità edilizia ed agibilità risulta carente di diversa documentazione;

-il 19 febbraio 2015 si conferma che tutta la documentazione richiesta è pervenuta

Considerato

-che l’immobile in questione risulta da tempo abitato, probabilmente gia da quando i lavori non erano ultimati

-che la chiusura parziale della pratica edilizia è arrivata solo dopo una mia richiesta di documento

Si interroga il Sindaco e la Giunta per sapere

chi ha autorizzato l’occupazione dei locali considerato che, presumibilmente, questi non erano ancora ultimati e se, nonostante cio , il comune ha provveduto all’incasso della Tares e delle altre imposte sugli immobili in questione

Francesca Gambarini

Capogruppo Forza Italia

Basta consumo di suolo, Fidenza ha già dato

Con il nuovo Psc si deve chiudere definitivamente quella brutta stagione dell’espansione urbanistica incontrollata di Fidenza. I fidentini non vogliano altri quartieri privi di servizi e ancora da completare e in parte disabitati, di cui l’emblema è il quartiere Europa, e nemmeno altre torri, come quelle della stazione. Le possiamo considerare, insieme allo scheletro di via IV Novembre, il simbolo delle politiche urbanistiche passate amministrazioni di centrosinistra, di cui hanno fatto parte sia il sindaco Massari, sia il presidente del Consiglio comunale Tosi. Senza dimenticare che il dirigente comunale che si occupa di urbanistica è lo stesso da tantissimi anni. Per evitare una nuova stagione di consumo incontrollato del territorio, abbiamo presentato alcuni osservazione al Piano strutturale comunale, adottato nel marzo scorso. Vogliamo evitare che si continui a costruire, ci si deve concentrare sul recupero dell’esistente. Dobbiamo ridare valore alle case dei fidentini. Leggendo la documentazione relativa al Psc ci siamo accorti che per alcune aree oggi classificate come agricole si prevede la possibilità di riclassificare come commerciali o residenziali. Fidenza ha già dato: non servono altri quartieri e men che meno in area a vocazione agricola. Abbiamo, poi, proposto anche alcuni accorgimenti relativi alla viabilità in alcune aree per evitare di peggiorare una situazione già problematica .

Francesca Gambarini

Capogruppo Forza Italia Fidenza

Gambarini: “Un netto no alla moschea a Fidenza”

Alcuni mesi fa, nel corso della campagna elettorale, avevo chiesto a Andrea Massari se fosse vero che fra le sue tante promesse ci fosse anche quella di costruire una moschea. Un impegno che avrebbe preso con un’associazione a cui sono iscritti numerosi musulmani residenti a Fidenza. La voce era circolata con insistenza. Massari smentì. Ora, a distanza di alcuni mesi, questa voce ha ricominciato a girare. Pare, infatti, che sia stata opzionata un’area di via Marconi da adibire a moschea e che l’iter burocratico sia già piuttosto avanzato. Il tutto nel più assoluto silenzio. Il sindaco Massari, quindi, ci dica: queste voci hanno o no un fondamento? Per quanto mi riguarda, sono fermamente contraria all’apertura di una moschea a Fidenza e mi opporrò a qualsiasi progetto a riguardo. Questa voce non è arrivata solo a me ma a tantissimi fidentini, che, preoccupati, mi hanno chiesto se ne sapessi qualcosa. Dal Comune, infatti, non si riesce ad avere nessuna informazione. Quello della moschea – soprattutto alla luce di quanto accaduto ultimamente – è un argomento che andrebbe affrontato con la più ampia trasparenza possibile, coinvolgendo i cittadini e ascoltando i loro timori e le loro preoccupazioni a riguardo, soprattutto legate al tema della sicurezza. Fidenza va restituita ai fidentini e dobbiamo recuperare la nostra cultura e le nostre tradizioni. Convogliare verso la nostra città centinaia di fedeli musulmani non andrebbe in questa direzione e rischierebbe anche di creare problemi di ordine pubblico.

Francesca Gambarini

Capogruppo Forza Italia Fidenza

Di Vittorio: il mio intervento in Consiglio

La vicenda Di Vittorio ci offre una gamma di sfaccettature che in qualche modo rendono difficoltoso affrontarla con linearità. Sono sfaccettature con le quali in molti, forse troppi, stanno giocando per mettere in luce ciò che più gli interessa e per nascondere ciò che non vogliono abbia piena evidenza e conoscenza.

La comunità fidentina ha il diritto di sapere , per quanto possibile, circa un fatto rilevante per tante famiglie e per tutta la popolazione vista la relazione tra interessi del Comune e Coop Di Vittorio.

Ciò che oggi ci riguarda sono invece gli aspetti economici e sociali che questa vicenda comporta per la nostra comunità. Aspetti economici che riguardano sotto più risvolti l’amministrazione comunale e che fanno si che ad essere chiamati a rispondere della mala gestione della Di Vittorio siano anche i cittadini di Fidenza che nulla vi hanno mai avuto a che fare.

È su questo che porrei l’attenzione: sulla necessità di individuare gradi di impegno dell’amministrazione comunale che, senza avere una visione complessiva del problema, non può immaginare di affrontare in modo generalista quello che è diventato l’incubo di molti fidentini.

Noi riteniamo che sia prioritario assicurare ai fidentini che non sarà il comune a farsi carico del disastro Di Vittorio e che non saranno le loro tasche a pagare per le azioni di un soggetto economico che ha fatto gravi errori e che si è trasformato da ente mutualistico a protagonista di quella speculazione immobiliare che ha devastato la nostra città.

Allora se vi è una responsabilità politica, al di la di quella che verrà imputato agli amministratori della Di Vittorio, è la responsabilità di quegli amministratori pubblici – sindaci, assessori, dirigenti e consiglieri comunali – che hanno favorito l’idea che il territorio fosse un bene da saccheggiare; un bene su cui fare speculazioni senza fine. È in questo, sindaco Massari, che la riteniamo principalmente coinvolta, nel fatto di avere fatto parte di quella cultura amministrativa che ha riempito la città di abitazioni vuote o di scheletri senza futuro.

Il Comune di Fidenza non può essere debitore del fallimento accollandosi i mutui accesi improvvidamente.

Il comune di Fidenza è creditore del fallimento; lo è perché deve ricevere un milione e duecentosettantatremila seicentonovantadue euro. La comunità è creditrice del fallimento perché la regione Emilia Romagna ha un credito di due milioni e seicento quarantamila euro; Soldi stanziati per dare beni e servizi al territorio che sono stati mangiati da una gestione su cui curatori e tribunali avranno molto ancora da approfondire.

Dunque solo guardando al bilancio del Di Vittorio, sono più di 3.800.000,00 i denari pubblici – tra comune e Regione Emilia Romagna – che questa gestione ha tolto alla comunità per disperderli in operazioni megalomani e dall’inesistente valore sociale.

Un capitolo che potremmo aprire è quello delle responsabilità della pubblica amministrazione:

qual è la natura di tali crediti?

Perché, se si tratta di oneri di urbanizzazione non sono stati richiesti prima del rilascio dei titoli autorizzativi?

perché se si tratta di altri crediti non sono stati garantiti da polizza fideiussoria? Perché, se vi era polizza fideiussoria, non è stata escussa?

Abbiamo dirigenti e tecnici che sono pagati fiori di denari non risponderanno mai delle loro mancanze?

Sempre il cittadino dovrà reggere il peso di nuovi balzelli per recuperare gli sprechi di questa amministrazione?

All’impatto economico che questa vicenda ha per le casse comunali si associa il dramma sociale, prima ancora che economico, di coloro che hanno perso i loro risparmi per averli affidati nelle mani sbagliate in virtù dell’inganno messo chiaramente in risalto dal commissario giudiziale, cioè in virtù della garanzia di un capitale sociale che in realtà era frutto di una falsificazione dei bilanci. Sono 12 milioni e 700 mila gli euro sottratti in tal modo a cittadini, non solo di Fidenza, in buona fede, che oggi vedono con molta meno serenità il loro futuro.

Dopo vengono i fruitori delle abitazioni in proprietà indivisa per i quali non è in discussione il diritto di abitare ma il titolo giuridico che gli permette di esercitarlo.

Ed infine i tanti artigiani, liberi professionisti, lavoratori autonomi e aziende del tessuto fidentino che vedono sfumare la possibilità di riavere i propri denari in un momento in cui , per il sistema delle imprese, è prezioso fino all’ultimo centesimo. Così a caduta abbiamo altri piccoli fallimenti che generano nuova e ulteriore sofferenze nelle persone e nel tessuto economico e sociale della nostra città.

Tanto c’è da dire su questo tema e credo che si tratti di una vicenda appena iniziata che ci riserverà purtroppo ancora tante sorprese e che genererà anche tanta amarezza, la stesa che ho provato, senza essere creditrice o debititrice di questo fallimento, nel leggere quanto questa vicenda verrà a costare di spese di procedura e quanto sono costati i tentativi di definizione del concordato che si è poi dimostrato – lo dico tra virgolette – Falso. Parliamo di milioni di euro!

E riprendendo il decreto di revoca del concordato capiamo perchè il Tribunale ha rigettato , su richiesta del PM, il concordato !! PAGINA 6 ,7 ,8,9, 11, 12,13,14,15,16,17,18

Cosa fare ce lo indica il curatore fallimentare nella sua relazione da commissario giudiziale del concordato.

Le azioni degli ultimi anni della Di Vittorio sono state orientare principalmente a garantire le esposizioni bancarie trasformando dei crediti chirografari in crediti ipotecari. Questo ha generato un grave danno agli altri creditori che si sono visti sottrarre beni su cui rivalersi e si sono visti sorpassare dalla banche che sono solo marginalmente presenti tra i creditori chirografari.

L’analisi dell’impatto che avrà per il comune l’accollo dei mutui regolarmente accesi ed imputati sulle abitazioni fidentine ci darà poi la dimensione del problema di diretta competenza.

Una volta definito l’ammontare del patrimonio immobiliare che accederà a quello comunale si potranno definire nuove forme di partecipazione dei cittadini alla proprietà indivisa con la messa a disposizione del patrimonio immobiliare acquisito e trasferimento degli oneri collegati, compreso quello della restituzione, nel tempo, di quanto i soci finanziatori non hanno visto restituito dal fallimento.

Non possiamo però dimenticare l’analisi delle responsabilità di chi ha portato il comune ad avere una esposizione di quasi 1.300.000,00 € senza idonee garanzie.

Si tratta di una soluzione complessa che richiede attenzione ma soprattutto buona fede. È per questo che chi dovrà gestire questa partita non dovrà lasciare nessuna ombra circa la sua relazione con la Di Vittorio. In questo caro Sindaco, al di la del fatto che si tratti di un periodo trascorso, la sua partecipazione nel consiglio di Amministrazione della Di Vittorio al di la di tutto la rende una parte e non l’arbitro!

Tra l’altro, a sostegno di queste mie dichiarazioni, la relazione del comissario Capretti dice che già al 31 /12 /2007 la Di Vittorio versava in squilibrio finanziario…. e lei Sindaco che era stato amministratore fino a quel momento dovrebbe saperlo. Sempre secondo il commissario la Cooperativa ha messo in atto operazioni illecite per nascondere la verità e salvare gli amministratori, oltre che non aver mai verificato negli ultimi 10 anni l’impossidenza

E’ del tutto evidente la disorganizzazione amministrativa e l’incapacità manageriale di chi ha gestito la Di Vittorio……con Revisori dei conti che forse erano un po’ addormentati….. e con una commistione fra amministratori, politica e cooperative e ingerenze imprenditoriali in ambiti non propri. Legami che vanno spezzati.

Poi c’è Polis, ma è tutto un altro squallido capitolo!

Francesca Gambarini

Capogruppo Forza Italia Fidenza

Basta buttare 50 mila euro per l’affitto dello Urban center nelle torri!

Come augurio di buon anno, proprio il 31 dicembre è comparsa all’albo pretorio del Comune di Fidenza una determina firmata dall’architetto capo con cui si conferma di liquidare 179 mila euro alla San Donnino multiservizi? Questi soldi servono per pagare l’affitto del ufficio di piano (creato ad uso e consumo dell’ufficio tecnico comunale) e, in condivisione con altri comuni, l’affitto dei locali occupati dal centro per l’impiego. Il canone di locazione dell’ufficio di piano (o Urban center) è totalmente a carico del Comune di Fidenza, quindi dei fidentini, che pagano 50 mila euro netti per un ufficio che non si bene cosa faccia. Più di 100 mila euro è, invece, il costo del canone pagato per il centro dell’impiego. Non è totalmente a carico dei fidentini, ma pur sempre di soldi dei cittadini si tratta. Soldi che vengono sprecati. Che bisogno c’è di spendere un sacco di soldi per l’affitto dei locali usati dallo Urban center? Fino a qualche mese fa mi si poteva rispondere “non ci sono spazi adeguati”. Ora, però, dopo la chiusura della sezione distaccata di tribunale e del giudice di pace, abbiamo un piano di Palazzo Porcellini totalmente vuoto. Perché non utilizzarlo per gli uffici dello Urban center? Forse non saranno uffici con finiture belle come quelli nei Terragli ma si risparmierebbero tanti soldi dei fidentini, che potrebbero essere usati in tanti altri modi più utili.. La mia proposta è quella di disdire il contratto d’affitto dello Urban center, risparmiando tanti soldi dei fidentini. E i locali nelle torri si affittino a privati!

Francesca Gambarini

Capogruppo Forza Italia Fidenza

Gambarini (Forza Italia) su fallimento cooperativa Di Vittorio

“Il tribunale di Parma ha dichiarato il fallimento della cooperativa Di Vittorio e di Polis Spa, rigettando la richiesta di concordato sulla quale tante rassicurazioni erano state date anche dal sindaco Massari. I nostri timori sono diventati realtà. Il primo pensiero va a tutte quelle persone che hanno avuto fiducia nella Di Vittorio affidandole i propri risparmi e a tutti coloro che vivono nelle abitazioni della proprietà indivisa. Si parla di milioni di euro.” Così Francesca Gambarini, capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Fidenza, commenta il fallimento della cooperativa Di Vittorio. “A questo punto, la convocazione del Consiglio comunale monotematico non può più essere rinviata: serve dare spiegazioni a chi ha affidato i risparmi di una vita alla Di Vittorio e alla città intera, dato che, stando alle dichiarazioni di Massari e degli altri sindaci, il passivo potrebbe ricadere sul Comune. Invito, quindi, il presidente del Consiglio comunale a convocarlo immediatamente. Del cda della Di Vittorio hanno fatto e fanno parte diversi esponenti del centrosinistra cittadino (fra cui anche l’attuale sindaco): alla luce di questo legame, evidenziato anche dal capogruppo Pd in una seduta consiliare, l’amministrazione deve ancora di più sentirsi in dovere di spiegare ai cittadini cosa sta succedendo. Questa commistione fra amministrazioni, politica , cooperative e ingerenze imprenditoriali in ambiti non propri  va spezzata al più presto. Ho più volte chiesto chiarimenti senza mai ricevere risposta. L’opposizione è stata sbeffeggiata e accusata di voler speculare su questa vicenda. Inoltre, mi preoccupa il contenuto della relazione del commissario Capretti, che parla di “opacità” e che ha ritenuto di dover fare un esposto in Procura. Al fallimento non si arriva in un giorno, ma quello che accade oggi è il risultato di tante scelte sbagliate del passato. Vanno accertate le responsabilità perché a pagare non devono essere i cittadini. Le cooperative nate per soddisfare esigenze abitative non devono utilizzare risorse dei soci per invadere settori imprenditoriali che esulano dalla loro mission originaria come ad esempio aprire bar, ristoranti o poliambulatori!”

Dov’è finito il progetto della Casa della salute?

Da anni sentiamo dire che a Fidenza deve nascere una Casa della salute. Mi chiedo se l’amministrazione comunale ne sia a conoscenza oppure no. Sono passati ormai 6 mesi dall’insediamento del sindaco Andrea Massari e la Casa della salute sembra essere caduta nel dimenticatoio. Ci sono problemi o non si ritiene questo un intervento prioritario? L’amministrazione dovrebbe spiegarlo ai cittadini e anche ai professionisti che dovrebbero lavorare nella struttura. Si era finalmente riusciti ad individuare la sede e il progetto era stato presentato in conferenza stampa, spiegando tempi, costi e servizi che la struttura avrebbe dovuto ospitare. Si era parlato di iniziare i lavori nel 2014 e di inaugurare la struttura entro il 2016. Fra un anno. Quando però la delibera arriva in Consiglio comunale lo scorso febbraio, viene rinviata. A proporre il rinvio era stata l’allora capogruppo del Partito democratico, che aveva sollevato dubbi sul procedimento seguito. Da quel momento, tutto è caduto nel dimenticatoio e nessuno sa il motivo. Nel frattempo, l’area dell’ex ospedale di via Borghesi, dove dovrebbe sorgere la  Casa della salute insieme ad altre costruzioni, è sempre più degradata. Invito, quindi, l’assessore ai Servizi sociali – che in un’intervista dei mesi scorsi ha dichiarato che “l’iter è sospeso” – e il sindaco a dirci se vogliono dotare Fidenza di una Casa della salute oppure no. Spero che Massari, impegnato a spartire poltrone in Asp e in Terre Verdiane, trovi il tempo di dare spiegazioni – su questo e su tanti altri temi – ai cittadini.

Francesca Gambarini

Capogruppo Forza Italia Fidenza

Per la sicurezza di Fidenza servono fatti, non spot

A pochi giorni dal nebuloso accordo con l’Ivri, vediamo un nuovo spot pubblicitario sulla sicurezza. Oltre all’assessore alla Sicurezza, stavolta il cast annovera anche la parlamentare Patrizia Maestri. Naturalmente sono d’accordo con i contenuti dell’interrogazione presentata dalla Maestri, ma deve essere chiaro che si tratta di un’interrogazione, ossia una richiesta al ministro dell’Interno. Un po’ come le interrogazioni che io e gli altri consiglieri di opposizione sottoponiamo al sindaco Massari, senza avere quasi mai una risposta. Ancora una volta l’amministrazione comunale butta fumo negli occhi ai cittadini, facendo credere che si sia risolto un problema, mentre, invece, è l’inizio di un percorso. In ogni modo, spero che la risposta del ministro Alfano sia positiva e che alla polizia municipale sia davvero consentito l’accesso alle banche date delle forze dell’ordine. Dato che il governo (e l’amministrazione comunale) ci hanno abituato ad annunci non seguiti da fatti, meglio andarci piano. Vorrei anche sottolineare che la parlamentare del Pd Patrizia Maestri chiede l’applicazione di una norma contenuta in una legge del 2008, approvata dal tanto disprezzato governo Berlusconi. Ma allora qualcosa di buono è stato fatto anche dai governi di centrodestra? Concludo, invitando l’assessore alla Sicurezza a fare meno conferenze stampa e più fatti. Ogni giorno leggiamo notizie di furti o atti vandalici: di lavoro da fare ce n’è. Il problema sicurezza non risolve annunciando un’interrogazione al ministro dell’Interno.

Francesca Gambarini

Capogruppo Forza Italia Fidenza

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