Pantano non è credibile

Pubblichiamo l’intervento di Nicolas Brigati, coordinatore provinciale dei Giovani di Forza Italia.

Senza entusiasmo, occorre rispondere all’analisi del voto un tanto al kilo del coordinatore dei club Forza Silvio, Giuseppe Pantano. La sua tesi di una lista forte che avrebbe salvato le sorti di Forza Italia in questa tornata elettorale ha la stessa credibilità della tesi secondo cui il Titanic avrebbe evitato l’inevitabile naufragio cercando di toppare la falla della ciglia di 200mt col pollice di un neonato. Questo per giubilare l’analisi para scientifica alla Alberto Angela di Pantano. Ma Pantano va oltre e se la prende col metodo invasivo sulle decisioni di partito e di candidature evidenziandone l’imperio caduto dall’alto contro il radicamento di alternative che potevano venire dal basso. Insomma una prevaricazione che ha tranciato le santissime aspettative di chi, lui compreso evidentemente, dal basso, avrebbe frustato al voto le masse popolari. Peccato che il metodo potrebbe ricordare quello usato solo 2 anni addietro quando, in giunta a Fidenza, venne indicato come assessore proprio Pantano, nato, cresciuto e pasciuto a Parma, che era affine al territorio del Borgo come un marziano potrebbe esserlo sul pianeta terra e che, da buon “pramsano”, era convinto che la Corea fosse uno stato asiatico diviso al 37esimo parallelo e non uno storico quartiere di Fidenza. Ma evidentemente,  all’epoca andava bene anche questo metodo per il nuovo Pantano della politica di Forza Italia. Tutta questa commedia ricorda un episodio che riguarda il premio nobel Saramago.  Il poeta, invitato ad una interminabile cena di gala, vuoi per l’età, per le vivande, vuoi per le laute libagioni o per la scomoda posizione, sopraffatto dai gas intestinali, esplose un fragoroso peto. Nello sgomento generale il poeta, imperturbabile, si girò verso una anziana signora imbellettata ancora un po sconvolta e tranquillo ad alta voce disse: “signora, non si preoccupi,diremo a tutti che sono stato io!”

 Nicolas Brigati
Coordinatore provinciale Giovani di Forza Italia

Quale è stato il contributo di Pantano per Forza Italia?

Mancanza di rispetto verso chi si è speso in questa campagna elettorale, mettendoci la faccia in prima persona. Non posso pensare a nient’altro leggendo l’intervento odierno di Giuseppe Pantano, che definisce Brunella Mainardi, Cristiano Ampollini, Angelo Lusuardi e Francesco Bassi “non in grado di concorrere”. Pantano sarebbe stato in grado di concorrere? Quale è stato il suo contributo? Pantano parla poi di “offerta politica molto appannata e monocorde che fa riferimento al consigliere uscente Villani”. Si ricorda per chi e con chi ha lavorato in questi anni? Se non lo ricorda, gli rinfresco la memoria: è stato per oltre un decennio il segretario proprio del consigliere uscente Villani. Pantano era forse alla ricerca di una poltrona?
Pantano, che esterna giudizi con astio e poca lucidità, non ha contribuito minimamente a questa tornata elettorale e non vi è la minima traccia di iniziative dei Club Forza Silvio di cui sulla carta lui è il coordinatore provinciale.

In ogni modo, la responsabilità del risultato di Forza Italia non può essere certo data a Brunella, Cristiano, Angelo e Francesco: anzi colgo l’occasione per ringraziarli per l’impegno e per il contributo portato in termini di lavoro, di presenza  e di preferenze personali. Per quanto mi riguarda, non voglio cercare scuse: Forza Italia è in crisi a tutti i livelli e va rinnovata salvando quanto di buono fatto finora e con il lavoro quotidiano di ognuno di noi. Le inutili polemiche di chi ha brillato per assenza, se non altro, non ci interessano.

Domenica possiamo cambiare la Regione

L’Emilia Romagna è da sempre governata dallo stesso partito. Ora è arrivato il momento di cambiare, lo possiamo fare domenica. Il sistema Emilia sta scricchiolando: la crisi picchia sulle famiglie, sui lavoratori e sulle imprese ma la Regione, invece di sostenerli, aumenta l’Irpef. E’ il segno di un sistema che sta crollando. La nostra Regione ha tante potenzialità ma i soldi vengono spesi per mantenere un sistema di quasi 500 società partecipate, utilizzate come parcheggio per politici che non hanno un lavoro. Non sono io a dirlo ma la Corte dei conti. Dobbiamo smantellare questo sistema per recuperare risorse da usare per rilanciare l’economia. Sono tante le cose che la Regione può e deve fare: dal sostegno alle famiglie, ai lavoratori e alle piccole medie imprese, alla valorizzazione dell’agricoltura, alla difesa del nostro territorio. Serve un ricambio generazionale della classe politica ed amministrativa. Chi, come me, ha meno di quarant’anni è cresciuto in un mondo che ha superato le tradizionali contrapposizioni destra/sinistra. E in questo momento vanno tutelati gli interessi di una comunità, senza più pensare alle vecchie logiche di partito. Io mi candido e ci metto la faccia in prima persona per difendere il mio territorio e la mia comunità, mettendo davanti a tutto il resto l’ascolto dei cittadini. La provincia di Parma è sempre stata penalizzata da una sinistra che ha anteposto gli interessi del partito a quelli del territorio. Sono tanti gli esempi che potrei fare: si tagliano le risorse al suo ospedale, non si muove un dito per salvare il suo aeroporto, si riducono i finanziamenti al Festival Verdi. E’ ora di dire basta e di portare idee nuove in Regione. Per farlo serve andare a votare domenica e non votare sempre per gli stessi. Votare Bonaccini vuol dire votare per il sistema di potere che ci ha governato finora. Se vuoi una Regione che si prenda cura di Parma e della sua provincia domenica fai una croce su Forza Italia e scrivi Gambarini. Se vuoi le tue ragioni in Regione, fai la stessa cosa.

Francesca Gambarini

Candidata al Consiglio regionale per Forza Italia

Sosteniamo famiglie, imprese e lavoratori

In tempi di crisi, la Regione deve decidere quali sono le priorità. Una di queste deve essere il sostegno a famiglie, imprese e lavoratori. Le recenti statistiche relative all’economia della nostra Regione sono preoccupanti. In un anno abbiamo perso 1681 imprese giovanili, la cassa integrazione in settembre è cresciuta del 206,2% e, notizia di ieri, nel terzo trimestre 2014, le vendite al dettaglio sono calate ancora. Per la prima volta, si registra anche un calo delle vendite negli ipermercati e nei centri commerciali. Le piccole aziende chiudono, i consumi calano e non c’è nessun segnale di ripresa. Anzi, la Regione aumenta l’Irpef. E’ ora di cambiare! Come ho già detto più volte, vanno recuperate risorse tagliando il sistema delle partecipate.Dobbiamo aiutare le piccole medie imprese e i lavoratori autonomi tartassati dalle tasse, non i politici rimasti senza lavoro. Tutti devono aver la possibilità di accedere ai fondi regionali e serve dare la più ampia diffusione possibile ai bandi. Altrimenti continueranno a partecipare i soliti noti. Si semplifichi la burocrazia, si faccia un programma serio di sgravi fiscali e di sostegno al lavoro, che vada di pari passo con progetti di formazione e aggiornamento che aiutino il reinserimento di chi, purtroppo, ha perso il lavoro. Una particolare attenzione va, poi, riservata alle aziende agricole per dare nuova linfa all’agroalimentare. E non dimentichiamo che gli agricoltori sono i primi a prendersi cura del territorio e del suolo: aiutare loro vuol dire anche sostenere la difesa del suolo. Si studi anche una politica fiscale e tariffaria che sostenga le famiglie con figli. Va applicato il quoziente familiare alle addizionali regionali, alle imposte locali e alle tariffe dei servizi, affinché venga tenuto adeguatamente conto dei carichi familiari e venga rispettato il principio di equità contributiva sancito dalla Costituzione. Infine, ritengo sia necessario rivedere i regolamenti per l’accesso ai servizi sociali e agli alloggi popolari. Leggendo le statistiche regionali notiamo che gli stranieri sono una minoranza (il 13% circa) ma a loro sono assegnati il 50% degli alloggi. In un momento di crisi in cui tante famiglie italiane sono in difficoltà, dobbiamo dare a loro la precedenza nell’accesso ai servizi sociali, riservando una quota minoritaria agli stranieri.

Francesca Gambarini

Candidata al Consiglio regionale per Forza Italia

Il Comune di Fidenza spende 120 mila euro per un Psc già adottato. Perchè?

L’albo pretorio del Comune di Fidenza regala sempre delle “sorprese”.  In questi giorni è stata pubblicata la determina dirigenziale 993 del 13 novembre scorso, con la quale il dirigente dei servizi tecnici – dirigente anche di tutti gli altri servizi del Comune – impegna circa 120 mila euro per il Piano strutturale comunale. Psc che, ricordiamo, è già stato adottato ed è in attesa di approvazione definitiva. Ci piacerebbe sapere, a noi e ai fidentini tutti, perché serve spendere altri 100 mila euro, visto che il piano è già stato adottato e i professionisti che ci hanno lavorato sono già stati pagati. La determina, infatti, non spiega perché si rende necessaria questa spesa. Quindi, Massari, ci dica: perché bisogna spendere altri 120 mila euro? Il ragioniere capo cosa ne pensa? Ops… l’architetto capo è anche ragioniere capo! Il sindaco e la giunta sono d’accordo? Non gli è venuto il dubbio che ci siano troppe deleghe in capo alla stessa persona? E l’ex ragioniera capo andata in pensione ma ritornata come consulente gratuita che opinione ha? Mi chiedo se sia questo un modo corretto per utilizzare i soldi dei fidentini. In questi primi mesi l’amministrazione Massari si è contraddistinta per aver alzato le tasse e per aver agito con sempre con poca trasparenza, prendendo in giro i cittadini, compresi quelli che l’hanno votato. Stiamo ancora aspettando di sapere perché ha alzato le tasse e come verranno usati i soldi dei cittadini. Se prima o poi deciderà di risponderci, si ricordi anche di spiegarci perché la ragioniera capo da poco in pensione è ritornata. Non sono sufficienti l’architetto capo, dirigente anche dei servizi finanziari, e le due posizioni organizzative, di cui una nuova di zecca?

Francesca Gambarini

Capogruppo Forza Italia Fidenza

La scuola è il futuro della nostra Regione

La scuola rappresenta il futuro della nostra Regione. La Regione può e deve fare molto, soprattutto ora che ancora non sono chiare la competenze e le risorse della nuove Province.  E’ fondamentale garantire a tutti pari diritto allo studio. Si risparmi, quindi, sulle tante spese inutili e si sostengano le famiglie in difficoltà che fanno fatica a mandare a scuola i propri figli. Già dalle scuole medie, infatti, la spesa per i libri di testo inizia ad essere consistente. Un investimento sul digitale da parte della Regione consentirebbe di abbattere i costi per la famiglie, consentendo ai ragazzi di scaricare a scuola il materiale di didattico. In secondo luogo, un investimento di questo tipo proietterebbe le scuole in una dimensione globale, dato che potrebbe entrare in contatto con tante altre realtà italiane e non. Si deve ragionare in termini di innovazione, non solo in termini di risparmio. Ad esempio, se si vogliono tenere chiuse le scuole al sabato, come sembra, si riorganizzi tutta l’attività prendendo come modello i Paesi europei più avanzati, non si pensi solo al risparmio sul riscaldamento. La Regione deve, poi, promuovere un aggiornamento dei programmi di studio, che devono essere finalizzati all’inserimento nel mondo del lavoro: va incentivata la collaborazione fra scuole, università e aziende attraverso progetti che coinvolgano entrambi i mondi. Vanno sostenute le esperienze di scuola/lavoro finalizzate all’inserimento nelle aziende. Inoltre, penso che le famiglie debbano poter scegliere la scuola che vogliono per i loro figli, quindi va garantita pari dignità alle scuole paritarie. Altro tema importante è quello delle piccole scuole di montagna che rischiano di sparire: serve trovare una soluzione per evitare un ulteriore impoverimento delle nostre montagne. Si deve ragionare insieme ai comuni e alle famiglie perchè non è pensabile un bambino debba fare chilometri per arrivare a scuola. Bisogna trovare tutti insieme una soluzione. Questo è un problema che, però, si doveva affrontare in passato, quando è iniziato lo spopolamento dell’Appennino a causa della carenza di servizi. Pochi giorni fa, per esempio, il sindaco di Tizzano mi ha parlato della difficoltà dei ragazzi che frequentano le superiori, obbligati ad andare ogni mattina a Langhirano o a Parma. Infine, penso che si debba prestare attenzione ai poli scolastici di provincia e al mantenimento della loro offerta formativa, anche per evitare un sovraffollamento delle scuole di Parma con un conseguente calo di qualità.

Francesca Gambarini

Candidata al Consiglio regionale per Forza Italia

Si riconosca l’esenzione dal ticket ai malati di fibromialgia

La fibromialgia è una malattia complessa e debilitante caratterizzata da dolore muscolare cronico diffuso e astenia, associati a rigidità e a una vasta gamma di disturbi (cefalea, colite, sonno disturbato e altri) che possono compromettere la qualità della vita di chi ne è affetto. Per aiutare concretamente i tanti malati che vivono nel parmense e in Emilia Romagna, ho preparato una mozione che, se sarò eletta, presenterò subito in Consiglio regionale per far sì che la Regione, oltre a interessare la Conferenza Stato Regioni del problema, intervenga autonomamente. L’amministrazione regionale, infatti, oltre a promuovere una corretta campagna informativa, potrebbe attivare un Centro di riferimento regionale per il riconoscimento della fibromialgia e per la predisposizione delle procedure di esenzione per le prestazioni sanitarie erogate nel territorio regionale. Purtroppo, il sistema sanitario nazionale, al contrario di molti altri Paesi che la riconoscono come una precisa patologia con conseguente riconoscimento di esenzione, non prevede alcuna forma di riconoscimento per la fibromialgia e di conseguenza non è prevista l’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria. Diverse regioni come Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Toscana e le province autonome di Trento e Bolzano si stanno adoperando per il riconoscimento, l’individuazione e la cura di questa patologia. L’Emilia-Romagna finora è rimasta inerte, è ora che si dia una mossa.

Francesca Gambarini

Candidata al Consiglio regionale per Forza Italia

Il compito delle forze dell’ordine è garantire la sicurezza. Non si usino per fare cassa

I vigili e le altre forze dell’ordine devono avere come compito primario quello di garantire la sicurezza ai cittadini. Diverse persone, invece, mi hanno segnalato che spesso e volentieri, in tutto il territorio dell’Unione Terre Verdiane si vedono pattuglie della Polizia municipale delle Terre verdiane ferme per parecchie ore nello stesso punto. Che sia forse per fare cassa? Lo trovo un modo di far lavorare i nostri vigili che sminuisce la loro dignità e professionalità, a loro va tutta la mia solidarietà. La loro funzione deve essere quella di tutelare i cittadini e garantire la loro sicurezza. Se le pattuglie vengono fatte posizionare per diverse ore in luoghi strategici per fare multe, alla sicurezza chi ci pensa? Il problema della sicurezza diventa sempre più grave e il senso di insicurezza continua a crescere. Ricordo poi che i distretti di Polizia municipale sono sottorganico e i vigili in giro per il centro dei nostri paesi e nelle nostre frazioni sono sempre meno. E l’Unione cosa fa? Tiene le pattuglie sempre ferme nello stesso posto! Non sarebbe meglio razionalizzare le spese dell’ente e mandare i vigili in giro, invece che cercare di fargli fare più multe possibili? Se sarò eletta, mi impegnerò per far in modo che la Regione si attivi con il governo per evitare nuovi tagli alla sicurezza.

In questi giorni sono stati pubblicati, sul sito dell’Unione Terre Verdiane i dati relativi alle sanzioni elevate e riscosse negli ultimi anni, che ammontano a svariati milioni di euro. Trovo sia di cattivo gusto farsi vanto sul sito istituzionale dei soldi incassati grazie alle multe pagate dai cittadini.  Dopo aver visto sbandierati come un grande successo i dati delle multe, sono sempre più convinta che l’Unione Terre Verdiane sia un carrozzone mangiasoldi con costi elevati e distante delle esigenze dei cittadini. Non sono contraria a prescindere alle unioni di comuni, ma bisogna unire realtà con caratteristiche simili fra loro. Se sarò eletta, mi impegnerò anche su questo tema con l’obiettivo di arrivare ad avere unioni di comuni in grado di rispondere veramente ai bisogni della comunità, fornendo servizi efficienti e a basso costo.
Candidata al Consiglio regionale per Forza Italia

Un piano di marketing per rilanciare il turismo e il commercio

La crisi di Salso non dipende dai commercianti ma al contrario loro sono i primi a soffrire per la situazione di difficoltà in cui si trova la città. La crisi di Salso è legata a quella dell’azienda attorno a cui, nel bene e nel male, ruota da sempre la vita di Salso e Tabiano: le terme. Le acque di Salso e Tabiano hanno una valenza curativa che poche altre acque in Italia hanno. Una grande ricchezza che non è stata valorizzata da amministrazioni comunali, regionali e provinciali. Per anni si è vissuto di rendita, senza pensare al futuro e ora Salso e Tabiano si ritrovano in queste condizioni: il commercio e il turismo muoiono e le Terme stanno fallendo. Di Terme ho già parlato, oggi voglio parlare di commercio e turismo, che vanno di pari passo. Serve un piano di marketing che, da un lato faccia conoscere il valore curativo delle acque termali, dall’altro le bellezze di Salso, a partire dal Berzieri – esempio unico di architettura liberty – e dal Palazzo dei Congressi. A farsi carico della promozione turistica deve essere la Regione, che, finora, ha pensato quasi esclusivamente alla promozione turistica della riviera romagnola, dimenticandosi di tutto il resto. Non è pensabile che ogni territorio promuova sé stesso, devi esserci una programmazione che metta in rete tutte le località di interesse turistico della Regione. Per quanto riguarda la Provincia di Parma sono tante, basta pensare ai castelli. Salso, però, ha una marcia in più: grazie ai tanti posti letto che può offrire ai turisti può diventare uno dei perni dell’offerta turistica della provincia. Avere collegamenti ferroviari efficienti con Parma e rendere visitabili tutti i giorni il Berzieri e il Palazzo dei Congressi potrebbe essere un buon inizio. Il rilancio del turismo rilancerebbe anche il commercio. I nostri commercianti non vanno abbandonati o incolpati della crisi di Salso, ma vanno sostenuti con contributi per pagare le tasse altissime imposte dal governo Renzi e semplificando la burocrazia. La Regione deve ascoltare la loro voce e aiutarli, sia dal punto di vista fiscale, sia semplificando la burocrazia. Basta fare un giro per i centri storici dei nostri paesi per capire quale sia la situazione del commercio. Ma forse chi ci ha governato finora preferisce stare chiuso nel palazzo.

Francesca Gambarini

Candidata al Consiglio regionale per Forza Italia

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