Gramignazzo, dopo un anno il ponte è ancora chiuso. Perchè?

E’ passato ormai un anno dalla chiusura del ponte di Gramignazzo. Un anno in cui si è parlato tanto e fatto poco. Il ponte è ancora chiuso, i lavori vanno a rilento e si è accumulato un ritardo mostruoso. I disagi per i residenti sono enormi. Per passare da una parte all’altra del Taro devono fare un giro di diversi chilometri, perdendo tempo e denaro. Senza dimenticare i danni subiti dalle attività economiche della zona. La riapertura del ponte è di importanza per quella zona della Bassa! Nessuno si è ancora degnato di spiegare ai cittadini che, da mesi, lo chiedono a gran voce, quali siano i veri motivi del ritardo. Si dà la colpa al tempo, evitando così di entrare nel merito della questione. Ma siamo sicuri che sia colpa del tempo? Magari, per il Pd che governa a tutti i livelli, la colpa è del fatto che “non ci sono più le mezze stagioni”… Perché non si sono iniziati i lavori diversi mesi fa, non appena il finanziamento è stato messo a disposizione? E’ questo la vera domanda a cui rispondere, è inutile trovare scuse e divagare. In ogni modo, chi di dovere si dia una mossa: più il ponte rimarrà chiuso, più la nostra Bassa ne soffrirà!

Francesca Gambarini

Consigliere Forza Italia in Unione Terre Verdiane

Fallimento Parma, Gambarini (FI): Parma e la sua squadra meritano imprenditori seri

“Il tribunale di Parma ha decretato il fallimento del Parma calcio. Questa sentenza mette un punto fermo a una vicenda che ha trascinato la squadra e la nostra città nel ridicolo e lasciato i dipendenti della società senza stipendio per mesi. Per settimane Parma è stata al centro delle cronache nazionali a causa di una faccenda che ha tanti aspetti poco chiari, che verranno approfonditi della magistratura. Spero che i curatori fallimentari riescano a traghettare in maniera dignitosa la squadra alla fine del campionato. Ora, il Parma calcio deve ricominciare da zero. Serve un acquirente serio che investa sulla squadra e porti nuovo lustro alla nostra città. Parma, i parmigiani e la nostra squadra di calcio meritano imprenditori capaci e onesti”. Così Francesca Gambarini, capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Fidenza (Pr), commenta il fallimento del Parma Fc.

Attentato Tunisi, Gambarini (FI): l’UE elabori una strategia per fermare il califfato islamico

“Duecento turisti presi in ostaggio e un bilancio di 17 persone e 2 terroristi morti che, pare, purtroppo essere destinato a salire. Sembra, inoltre, che almeno due morti e numerosi ostaggi siano italiani. Sono le tristi cifre dell’attentato terroristico a Tunisi. Una strage di matrice islamica, già rivendica dai criminali terroristi dell’Is, che stavolta tocca anche nostri concittadini e che avviene a poca distanza dalle nostre coste. Alla luce di questo ennesimo bagno di sangue, diventa sempre più urgente che l’Unione Europea elabori una strategia per fermare l’avanzata del califfato islamico. Il governo italiano, dato che il nostro Paese è il più vicino alle coste del Nordafrica, deve farsi capofila di qualsiasi iniziativa verrà presa. L’Europa non può dividersi su questo tema o disinteressarsi come ha fatto per l’immigrazione clandestina. Spero che Renzi e i suoi ministri si impegnino seriamente sulla questione, senza perdere altro tempo”. Così Francesca Gambarini, capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Fidenza (Pr), commenta l’attentato terroristico a Tunisi.

Affittare rami di un’azienda pubblica senza gara è corretto?

Non si capisce che cosa abbia da stare allegro Fritelli circa la situazione tragica di Terme. Intanto perché sulla procedura messa in campo di questa affittanza fai da te ci sono grossi dubbi di legittimità dato che stiamo parlando di una azienda pubblica per privatizzare la quale, per ben due volte, si è ricorsi, correttamente a bandi ad evidenza pubblica. Inoltre è bene anche ricordare che, non più tardi di un anno e mezzo fa, lo stesso Fritelli, col neo direttore generale da lui nominato e pagato fior di quattrini, con il dott. Baldi avevano scelto un altra strada, che si è rivelata inutile e dispendiosa. Di tentare di far pagare a chi ha distrutto scientificamente l’azienda neanche a parlarne, insomma, un bel due anni buttati al vento e una bella falcidie sociale di lavoratori alle porte. L’unica cosa di per Fritelli deve essere allegro è che a Salso non esiste l’opposizione. Pensare che un’azienda che perde 4 milioni l’anno intera, affittata (e a quali professionalità!) per rami possa guadagnare è semplicemente ridicolo. Ma evidentemente Fritelli, preso da mania competitiva, doveva spararla più grossa di Renzi. E con l’affitto dei rami di terme c’è riuscito. Peccato che i lavoratori e la città non ridano più da un bel pezzo.

Francesca Gambarini

Consigliere Forza Italia in Unione Terre Verdiane

Il dissesto idrogeologico non ha colore politico

Spiace vedere come il sindaco Fedeli e il suo capogruppo Pisaroni, invece, di valutare la nostra proposta abbiano sprecato questa opportunità, preferendo buttarla sulla polemica politica. Pare proprio che siano loro a guardare al colore politico, non noi. Nel nostro intervento, infatti, invitavamo la Regione a darsi da fare per un piano di manutenzione del territorio per prevenire almeno in parte gli smottamenti. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: il nostro territorio si sta sgretolando pezzo dopo pezzo e non dobbiamo stare con le mani in mano o intervenire sempre dopo. Gli interventi a spot servono solo per una foto sul giornale e una comparsata al tg. Vanno programmati interventi di manutenzione e solo la Regione può prendere in mano la situazione e coordinare questo programma. Non può certo farlo il piccolo Comune. Il sindaco Fedeli e il capogruppo Pisaroni, invece, di rispondere nel merito parlano di tutt’altro. Parlano di partiti. Quindi chiediamo loro: è meglio cercare di fare una programmazione seria per provare a limitare i danni degli smottamenti o è meglio intervenire solo per tamponare le emergenze? Secondo noi, sarebbe meglio studiare un piano serio di manutenzione del territorio, coordinato dalla Regione. Anche Bonaccini e il ministro Galletti la pensavano così, ora hanno cambiato idea?

Francesca Gambarini, consigliere Forza Italia in Unione Terre Verdiane

Brunella Mainardi, consigliere comunale Polesine

Gambarini (FI): si schedino i delinquenti, non i poliziotti e i carabinieri

“Il Parlamento inizia a discutere il disegno di legge per l’identificazione degli agenti di polizia e carabinieri durante le manifestazioni pubbliche. In poche parole, un numero sul casco che dà tanto l’idea di una schedatura dei poliziotti e dei carabinieri. Trovo la proposta in discussione errata per diversi motivi. Innanzitutto perché si esporrebbero gli agenti, che comunque eseguono le direttive impartite dai loro superiori, a ritorsioni visto che sarebbero facilmente identificabili da tutti, delinquenti compresi. I poliziotti che vigilano sulla nostra sicurezza andrebbero premiati per la loro attività: l’Italia sta diventando sempre più insicura e loro fanno un lavoro prezioso. Invece, come se non bastassero i continui tagli alle forza dell’ordine, ora si cerca di schedarli. Come fossero loro i delinquenti. Sono i criminali che vanno tenuti sotto controllo! I partiti di sinistra che hanno proposto questo disegno di legge dovrebbero forse dedicarsi ad altro. Ad esempio a fare proposte su come aiutare gli italiani ad arrivare a fine mese o a controllare cosa succede all’interno di quei centri sociali da loro tanto amati”. Così Francesca Gambarini (Forza Italia) commenta il disegno di legge sull’identificazione degli agenti di polizia e carabinieri in discussione al Senato.

Fiere, Gambarini (FI): non si penalizzi Parma

Bologna caput mundi. Così è per il Pd. Il presidente della Regione Bonaccini ha svelato la sua strategia per amministrare la nostra Regione: fare di Bologna il centro del mondo a scapito di tutte le altre città. L’ultima trovata è quello di riunire tutte le Fiere della Regione in un’unica società, che naturalmente, farebbe capo alle Fiere di Bologna. Che ne sarà delle Fiere di Parma? Di Cibus, a cui partecipano tutte le eccellenze dell’agroalimentare italiano, e di Mercante in fiera? Confluendo tutte in un’unica società, le diverse Fiere della nostra Regione rischiano seriamente di perdere le loro peculiarità. Per far collaborare i vari Enti fiera non c’è bisogno di fonderli, ma basta metterli attorno a un tavolo e farli dialogare. Ma forse per Bonaccini è più facile accentrare tutto che valorizzare peculiarità ed eccellenza. Parma non può perdere anche le Fiere. Pizzarotti, Fritelli, i consiglieri regionali e i parlamentari facciano sentire la voce della nostra città al presidente Bonaccini. Gli interessi della nostra città vengono prima di quelli del partito.

 

Francesca Gambarini

Forza Italia

Stupro a Parma, Gambarini (FI): più controlli nei centri sociali

“Stuprata dal branco in un centro sociale, a Parma. E’ la terribile notizia riporta oggi dalla stampa locale: una ragazza sarebbe stata violentata da 5 ragazzi negli spazi all’interno di un centro sociale nel 2010. Spero che il lavoro della magistratura, che, nonostante il tempo trascorso, non si è arresa riesca a fare chiarezza su quanto accaduto. Gli indagati, se colpevoli, devono essere puniti. Alla luce di questa notizia, penso sia necessario fare chiarezza di quanto accade all’interno di queste realtà, da sempre ostili alle forze dell’ordine, anche se dichiarano democratici, antirazzisti e antifascisti. In nome dell’ideologia, occupano illegalmente stabili e non permettono a chi la pensa diversamente da loro di manifestare il loro pensiero. E’ necessario che vengano aumentati i controlli: la legge deve essere davvero uguale per tutti. Se non hanno nulla da nascondere, aprano le porte dei loro spazi alle autorità competenti e alle forze dell’ordine. E magari invece di occupare illegalmente si cerchino una regolare sede dove svolgere le proprie attività. Nessuno avrà niente da ridire”. Così Francesca Gambarini, esponente parmense di Forza Italia, commenta la notizia di uno stupro di gruppo in un centro sociale diffusa dalla stampa locale

Di Vittorio, non cali il silenzio sul fallimento

Non deve calare il silenzio sul fallimento della cooperativa Di Vittorio. Non si protegga la casta PCI – PD che ha fatto parte dei cda della coop. Si individuino le responsabilità e non si scarichi il fallimento sui cittadini. Ieri, con il consigliere regionale Tommaso Foti di Fratelli d’Italia, ho convocato una conferenza stampa sul tema. Pubblico l’articolo che ci ha dedicato la Gazzetta di Parma, a firma Annarita Cacciamani

«Sul fallimento della cooperativa Di Vittorio e di Polis spa sta calando il silenzio, vogliamo mantenere alta l’attenzione sulla vicenda, perché le conseguenze non devono ricadere sui cittadini». L’opposizione torna sul caso Di Vittorio: ieri Francesca Gambarini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, e Tommaso Foti, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, ne hanno parlato in una conferenza stampa al caffè letterario Vetr’aria. «Su questa faccenda sta calando un silenzio che fa paura – ha esordito la Gambarini – . La paura è che si voglia tutelare la casta della sinistra che ha fatto parte dei Cda della coop a discapito di chi ha perso con il fallimento i risparmi di una vita. Insieme alle altre opposizioni vogliamo tenere alta l’attenzione sulla vicenda perché vengono individuati i responsabili. Il Pd non cerchi di sviare: basta leggere i nominativi dei membri del Cda della Di Vittorio (di cui hanno fatto parte tanti esponenti del centrosinistra) per capire che c’è un legame fra la coop e quel centrosinistra che governa e ha governato Fidenza». Foti ha parlato dei rapporti fra Di Vittorio e Regione, tema su cui ha presentato un’interrogazione. «La Regione ha concesso alla Di Vittorio finanziamenti per diversi milioni di euro ed ha nominato un legale per insinuarsi nel passivo, che ammonta a 67 milioni contro un attivo di circa 4 milioni. Davanti a noi ci sono tanti scenari e la Regione mi ha risposto che sta valutando le strade da percorrere per tutelare i propri interessi e analizzare le ricadute sul territorio e sulle famiglie che vivono negli alloggi della proprietà indivisa. Purtroppo sarà difficile recuperare i 12,5 milioni di euro del prestito sociale – ha affermato Foti – . E’ evidente però che il passivo nasce da lontano. Chi ha fatto parte dei cda della Di Vittorio dovrebbe assumersi le proprie responsabilità. Serve un’azione di responsabilità per tutelare i soci». Presente fra il pubblico Gabriele Rigoni, capogruppo di Rete Civica che ha rinnovato l’appello al sindaco «di fare chiarezza sulla questione».

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